Igino Straffi e le Winx, quando la creatività

Ogni tanto su Puntoblog, il vostro bloggino di riferimento le cose della rete come avrebbero detto i latini, ci occupiamo anche delle storie italiane di successo, un po’ perché ci piacciono ed un po’ perché in una simile fase una bella overdose di ottimismo non può che far bene.
Ed allora dopo aver parlato della genesi e del successo dei Gormiti la nostra storia dal contenuto viagrante (da viagra) di oggi passa dai mostriciattoli cari ai bambini alle fatine, al mondo delle Winx.
Già perché le Winx sono frutto della creatività di un italiano: Igino Straffi. L’idea del post mi è venuta domenica scorsa quando detto Straffi è stato ospite del circo sportivo e mondano di “Quelli che il calcio..” di Simonina Ventura, una Simoneide, quella tra la Ventura e la Rai, il cui capitolo finale sembra ancora di là a scrivere.
Una piccola divagazione: “Ma Simone Ventura fa lavorare con lei l’ex marito Stefano Bettarini perché deve chiedergli più alimenti?”. Mah.
Un personaggio singolare questo Straffi, nato disegnatore (ha lavorato anche per Bonelli, al personaggio di Nick Raider) e diventato in seguito regista e produttore di opere multimediali per bambini.  
I suoi film con protagoniste le Winx hanno messo in difficoltà anche un colosso come la Walt Disney, se qualcuno gli domande chi sono i suoi guru ed i prodotti creativi che l’anno ispirato vi sorprenderà dicendo: Bruce Chatwin, Georges Simenon, Sergio Leone, oppure vi dirà film come Blade Runner.

Simenon e Nick Carter hanno qualche assonanza; ma Blade Runner e le Winx? Più simili a Sailor Moon o all’incantevole Creamy.

Le fatime, originariamente sei, Bloom, Stella, Musa, Flora, Tecna e Aisha, sono diventate un brand capace di soppiantare la star delle star: la Barbie.

Qualche numero? Oltre 20 milioni di bambole vendute nel mondo, alle queste vanno aggiunti oltre 1000 gadget vari, dalle magliette agli astucci ai portachiavi, con il marchio Winx.
Igino Straffi e la moglie Joanne hanno il controllo totale su tutto questo popò grazie al pieno controllo della proprietà intellettuale garantita dal licensing che difende l’idea ed i prodotti.

Perché una cosa è essere creativi, un’altra essere stupidi…

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