Toy Story 3, quando il successo nasce dal fallimento. E Jobs quel giorno alla Stanford University..

Toy story 3. Non è che mi piacciano troppo i sequel, ma con Toy Story penso, ritengo, si possa fare una eccezione. Ricordo il giorno dell’uscita di Toy Story come fosse ieri, all’epoca Internet in Italia la usavano solo i pionieri, qualche nerd e chi poteva permetterselo; ai tempi, stagione di calcio 1995-96, (mi viene tutto più semplice se collego avvenimenti a stagioni calcistiche!!)  i costi erano considerevoli, le connessioni quelle che erano, Google sarebbe arrivato di lì a 3 anni, e gli americani come motore di ricerca di affidavano alla lista di Craig, alla Craig’s List.
Toy Story è l’antenato di Toy Story 3, che sarà nelle sale italiane a partire dal 7 Luglio e si contenderà la premiership presumibilmente con un competitor d’eccezione come la terza parte di un’altra saga, la saga di Twilight: Eclipse.
Toy Story fu il primo lungometraggio d’animazione completamente sviluppato in grafica computerizzata, realizzato dalla Pixar di Steve Jobs. Forse per la primissima volta si videro, o si intravidero, le potenzialità e le possibilità offerte da un nuovo modo di fare grafica.
Dopo quel film, o cartone fate voi, niente fu più come prima.
Ebbene tenetevi forte perché devo darvi una notizia!!
Toy Story non avrebbe mai visto la luce senza un fallimento, senza il fallimento e licenziamento di Steve Jobs da Apple.
Qualcuno potrebbe anche obiettare che sto sbagliando perché Steve Jobs ha fondato la Apple. E quando mai si è visto un fondatore esautorato e messo in un angolo? Secondo voi sarebbe plausibile un Silvio Berlusconi cacciato da Fininvest? Da Mondadori? Dal Milan?
O Luciano Benetton messo in minoranza nell’impresa di Ponzano Veneto?
Eppure queste cose in America succedono.
In un memorabile discorso tenuto da Steve Jobs alla Stanford University il 12 giugno 2005 in occasione della consegna dei diplomi celebratasi, lo stesso benedì quel licenziamento perché permise alla Apple di sopravvivere e a lui di fondare Pixar.

“All’epoca non me ne accorsi, ma il mio licenziamento dalla Apple fu la cosa migliore che poteva capitarmi. Il peso del successo fu rimpiazzato dall’illuminazione di essere un principiante ancora una volta, con molta meno sicurezza su tutto. Questo mi liberò e mi consentì di entrare in uno dei periodi più creativi della mia vita.

Durante i cinque anni successivi, fondai una società di nome NeXT, un’altra di nome Pixar, a mi innamorai di una meravigliosa donna che sarebbe poi diventata mia moglie.

Pixar finì per creare il primo film animato al computer della storia, Toy Story, ed è ora lo studio di animazione più famoso al mondo. Apple, con una mossa notevole, acquisì NeXT, io tornai ad Apple, e la tecnologia che sviluppo con NeXT è oggi nel cuore dell’attuale rinascimento di Apple. Laurene ed io abbiamo una stupenda famiglia.”

Queste le sue parole, le parole di un visionario che è diventato Leader.
Toy Story 3 mi ha fatto venire in mente quegli anni e quel discorso, il discorso di un leader che invita a cambiare prospettiva non perché fa fico ma perché lui l’ha fatto.

Mi è sembrato opportuno, in un momento di crisi e di promozione per Toy Story 3, “gasare” il mondo del web con Jobs e le sue storie, con parte della storia della sua vita e con la genesi da un fallimento del successo Toy Story.

Il discorso alla Stanford University è ormai un must ed è conosciuto in rete come

“Stay Hungry. Stay Foolish”

3 commenti su “Toy Story 3, quando il successo nasce dal fallimento. E Jobs quel giorno alla Stanford University..”

  1. salve,

    sono vinni e vorrei proporti una collaborazione, mandami una mail così spiego meglio.
    Grazie!

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