Un SEO report è un documento che raccoglie e interpreta i dati del tuo sito sui motori di ricerca, così puoi capire se la strategia sta funzionando e quali azioni fare per migliorare.
Quando ti chiedi “la mia SEO funziona davvero?”, la risposta non può essere affidata al caso o alla sensazione, ti serve un report. Un search engine optimization report indica proprio la direzione e ti permette di capire se la strada intrapresa porta risultati.
Nei prossimi paragrafi vedremo cos’è un SEO report, ma anche come strutturarlo in modo utile, quali strumenti usare (gratis e a pagamento), come leggere i dati senza confonderti e come trasformarli in decisioni.
Cos’è un SEO report e perché non puoi farne a meno
Un SEO report è una fotografia della salute del tuo sito, serve a tradurre numeri e statistiche in informazioni comprensibili, così capisci davvero se stai crescendo. Dentro ci trovi le performance delle keyword, il traffico organico che hai guadagnato o perso, l’andamento delle pagine più visitate e i segnali tecnici che potrebbero rallentarti.
Il suo valore sta nella capacità di rispondere a tre domande semplici: qual è la situazione oggi, com’era un mese o un anno fa e quali azioni conviene programmare da domani. Senza un documento che ti offra queste risposte, rischi di muoverti alla cieca.
Un reports SEO è un documento operativo, utile per decidere se puntare su una keyword che sta crescendo, se aggiornare un contenuto che sta calando o se sistemare problemi di velocità che penalizzano l’esperienza utente.
Gli elementi da valutare che fanno la differenza
In un SEO report ben fatto non può mancare il quadro del traffico organico, con sessioni e utenti confrontati nel tempo, né la panoramica sul posizionamento delle keyword chiave. È utile sapere quali pagine stanno portando più visite e quali invece hanno smesso di performare. Allo stesso modo, la sezione dedicata ai backlink racconta se il sito sta guadagnando autorevolezza o se ha perso collegamenti importanti. Infine, non può mancare la parte tecnica con i tempi di caricamento, gli errori 404, la stabilità su mobile. Tutto è importante e va studiato con accuratezza per capire in che modo intervenire per migliorare le performance del tuo sito web.
Come strutturare un SEO Report
Immagina di consegnare il report a una persona che non mastica SEO tutti i giorni. Il documento deve essere leggibile in quindici minuti e lasciare chi lo sfoglia con una sensazione chiara che dice cosa funziona, cosa no e cosa si farà dopo.
Di solito un report efficace inizia con un’introduzione breve che spiega obiettivi e periodo analizzato.
Poi passa alla parte più numerica, con traffico organico e trend, ma non basta indicare che ci sono state 10.000 visite, devi dire se sono in crescita o in calo rispetto al mese o all’anno precedente. Arriva quindi la sezione keyword, con l’elenco di quelle che stanno salendo e quelle che stanno perdendo posizioni.
C’è poi il capitolo pagine, vanno indicate quali sono le più forti, quali portano conversioni, quali meritano un refresh. Il profilo backlink dice molto sull’autorevolezza del sito, e va valutato per capire come questo viene percepito dai motori di ricerca e come si posiziona rispetto alla concorrenza.
A completare il quadro c’è la sezione tecnica che evidenzia eventuali criticità su cui intervenire. Infine, vanno inserite le raccomandazioni pratiche su cosa fare il mese successivo, quali azioni hanno priorità, su quali bisogna concentrare il budget e il tempo.
Ti invitiamo a leggere il nostro approfondimento su i 5 fattori più importanti per inizia con la SEO.
Esempio di report per e-shop di scarpe
Facciamo finta di gestire un e-commerce di scarpe. Nel report potresti aprire con l’obiettivo del mese: migliorare la visibilità per la keyword “scarpe running”. Mostri poi che il traffico organico è salito del 20% rispetto al mese scorso. Evidenzi che la keyword “scarpe trail” è cresciuta, mentre “scarpe da corsa donna” è calata.
Indichi che la categoria “scarpe running Nike” ha avuto un aumento del 25% di visite e che un link nuovo da una rivista sportiva ha rafforzato l’autorevolezza. Chiudi segnalando un tempo medio di caricamento un po’ alto e raccomandi di velocizzare la pagina più lenta.
Ti mettiamo una tabella che semplifica lo schema del report preso come esempio:
Sezione | Dati principali | Osservazioni | Raccomandazioni |
---|---|---|---|
Obiettivo del mese | Incrementare visibilità per la keyword “scarpe running” | Keyword strategica per stagionalità e volume di ricerca | Ottimizzare contenuti esistenti e creare nuove pagine correlate |
Traffico organico | +20% rispetto al mese precedente | Crescita costante nelle pagine di categoria | Monitorare andamento per confermare trend positivo |
Keyword performance | “Scarpe trail” in crescita “Scarpe da corsa donna” in calo |
Differenze di interesse stagionale e concorrenza | Rafforzare i contenuti per “scarpe da corsa donna” con link interni e schede ottimizzate |
Pagine top | Categoria “Scarpe running Nike”: +25% visite | Buona resa grazie a scheda aggiornata e visibilità su Google Shopping | Continuare a spingere su contenuti di marca ad alta domanda |
Backlink | Nuovo link da rivista sportiva | Fonte autorevole, aumenta trust e ranking | Mantenere relazioni con testate di settore per ulteriori link |
Performance tecnica | Tempo medio di caricamento: 2,8 sec | Alcune pagine più lente della media | Ottimizzare immagini e caching per migliorare la velocità |
Gli strumenti per creare SEO reports
A questo punto sorge la domanda: con cosa costruire un report? Si parte dai tool gratuiti che Google mette a disposizione. Search Console ti mostra quali query portano traffico e da quali pagine arrivano più click, mentre Analytics 4 ti racconta il comportamento degli utenti sul sito. Questi strumenti sono ottimi anche se i dati non sempre sono organizzati in modo comprensibile e tecnico.
Se vuoi salire di livello, puoi usare i software professionali, SeoZoom, SEMrush e Ahrefs sono tra i più usati: i primi offrono report dettagliati sulle keyword e sugli audit tecnici, il secondo è fortissimo nell’analisi dei link. Screaming Frog è lo strumento da usare quando serve scandagliare il sito a livello tecnico, specie se parliamo di portali grandi.
Infine c’è Looker Studio (ex Data Studio), che non è un tool SEO in senso stretto, ma una piattaforma per visualizzare i dati. Collegando le fonti puoi creare dashboard chiare e interattive, ottime da condividere con un cliente.
E se cerchi qualcosa di immediato? Esistono i cosiddetti SEO report generator online. Inserisci un dominio e ottieni un online SEO report in pochi secondi. È comodo per una prima occhiata o per impressionare un cliente nuovo, ma non basta per un’analisi approfondita.
SEO reports gratuiti: pro e limiti
I free SEO reports hanno un grande pregio, ti danno subito una panoramica senza costi. In pochi click sai se mancano i meta tag, se la velocità è bassa o se ci sono errori tecnici. Per chi è agli inizi o vuole un check veloce, sono perfetti.
Il problema è che si fermano in superficie, ti dicono cosa c’è, ma non ti spiegano il perché e soprattutto non ti indicano come intervenire, per questo sono uno strumento base.
Vuoi un esempio concreto? Un report gratuito potrebbe dirti che hai dieci link in entrata. Ma non distingue tra un link da un blog poco affidabile e uno da una testata autorevole e tra i due la differenza è enorme.
Gli errori da non fare in un SEO reports
Un SEO report pieno di tabelle infinite rischia solo di annoiare, meglio meno dati ma spiegati bene. Inoltre, non deve mancare un confronto nel tempo, sapere che una pagina oggi ha avuto 5.000 visite non dice niente, se non si sa come andava prima. Il dato deve essere sempre confrontato con il valore precedente.
Infine, molti dimenticano di mettere le raccomandazioni finale, la sezione che dice cosa fare dopo, con tutta la strada da percorrere nei mesi successivi.
Scopri i 10 errori peggiori di SEO.
Quanto spesso fare un SEO report?
Non esiste una regola unica e dipende dal progetto. Per un e-commerce con mille prodotti conviene avere un report mensile, o addirittura settimanale se le keyword sono molto competitive. Per un blog più piccolo può bastare un report ogni trimestre.
L’importante è la regolarità perché un documento fatto una volta ogni tanto non ti aiuta. Solo se mantieni una serie storica puoi riconoscere i trend e agire in tempo.
Template e modelli da usare
Creare un report da zero ogni volta è una perdita di tempo, meglio avere un template base che adatti alle varie situazioni. Nel tuo modello inserisci una copertina con periodo e obiettivi, una sintesi iniziale, i dati sul traffico e sulle keyword, le pagine che vanno meglio o peggio, una sezione tecnica e infine le raccomandazioni operative.
Esistono online template gratuiti che puoi scaricare già pronti, funzionano bene per iniziare, ma ricorda che la personalizzazione fa la differenza. Un cliente non vuole un documento generico, vuole un report che parli del suo sito e dei suoi obiettivi.
Modello esempio di report SEO
Copertina
Progetto/Sito: [nome dominio]
Periodo: [mese/anno]
Preparato da: [tuo nome/agenzia]
Obiettivo del mese: [es. aumentare visibilità su "scarpe running"]
Executive summary (1 pagina max)
- Stato generale:
[in crescita / stabile / in calo]
- KPI chiave:
[sessioni organiche]
MoM[+X%]
— YoY[+Y%]
; visibilità keyword:[indice/posizione media]
; conversioni organiche:[valore]
- Cosa ha funzionato:
[es. nuova pagina guida, link da rivista, fix CWV]
- Cosa non ha funzionato:
[es. calo su categoria X, cannibalizzazione]
- Priorità prossime 4–6 settimane:
[3 azioni sintetiche e misurabili]
Traffico organico
Fonte: GA4 / GSC
- Panoramica: sessioni/utenti/pagine per sessione, MoM e YoY con breve commento.
- Canali: confronto organico vs altri canali (solo se utile alla decisione).
- Geo & device: variazioni rilevanti (mobile/desktop, Paesi).
Keyword performance
- Keyword strategiche: top 10 per impatto business con variaz. posizioni, CTR, clic/impr.
- Movimenti rilevanti: cosa è salito, cosa è sceso, perché (ipotesi) e che fare.
- Opportunity gap: query con impression alte ma CTR bassi / posiz. 8–15 da spingere.
Pagine & contenuti
- Top pages per traffico e/o conversioni (trend + cause).
- Pagine in calo: diagnosi rapida (obsoleta? concorrenza? intent non allineato?).
- Nuovi contenuti pubblicati: performance iniziali e next step (internal link, FAQ, aggiornamenti).
Backlink & autorità
- Panoramica: domini ref. guadagnati/persi, qualità media, anchor naturali.
- Citazioni autorevoli: impatto previsto/registrato.
- Rischi: picchi sospetti, link tossici (se presenti) + mitigazione.
Salute tecnica
- Core Web Vitals (mobile/desktop) con note pratiche.
- Crawl & index: copertura, errori, redirect, 404.
- On-page: title/description mancanti o duplicati, hreflang (se serve), canonicals.
- Impatto business: quali problemi toccano pagine ad alto valore.
Piano d’azione (prossime 4–6 settimane)
Per ogni attività: Titolo, Motivo, Impatto atteso, Owner, Deadline, Stato.
(Esempio: “Ottimizzare categoria Scarpe Running Donna — recupero posizioni — Owner: Contenuti — entro 15/10 — In corso”.)
Allegati
- Dashboard Looker Studio, estratti GSC/GA4, export da tool (Ahrefs/SEMrush/SF) — link.
Faq – Domande utili
1. Cos’è un SEO report e a cosa serve?
Un SEO report è un documento che raccoglie dati e KPI per capire come un sito si posiziona sui motori di ricerca e quali azioni fare per migliorarlo.
2. Quali dati non devono mai mancare in un SEO report?
Traffico organico, posizionamenti delle keyword principali, andamento delle pagine più visitate, backlink e performance tecniche (velocità, Core Web Vitals).
3. Ogni quanto conviene fare un SEO report?
Per progetti complessi l’ideale è un report mensile, mentre per siti più piccoli può bastare un’analisi trimestrale. L’importante è mantenere regolarità per intercettare i trend.
4. Quanto costa un SEO report?
Dipende da come lo realizzi. Un free SEO report generator online non ha costi ma è limitato. Un report personalizzato, creato da un consulente, può variare da 100 a 400 € al mese per progetti semplici, e superare i 1.000 € al mese per siti complessi e internazionali.
5. Qual è il miglior strumento per creare SEO reports nel 2025?
Dipende dalle esigenze: per analisi complete SEMrush e Ahrefs restano tra i più usati, mentre Looker Studio è perfetto per creare dashboard personalizzate e condivisibili.
6. Posso automatizzare la creazione dei SEO reports?
Sì. Molti tool permettono di programmare report ricorrenti (giornalieri, settimanali, mensili) inviati via mail o salvati in cloud, così risparmi tempo senza rinunciare al monitoraggio.
7. Come presentare un SEO report a un cliente che non conosce la SEO?
La chiave è semplificare: pochi grafici chiari, confronto con il periodo precedente e una sezione finale con “cosa fare nei prossimi 30 giorni”. In questo modo il cliente percepisce il valore senza perdersi nei tecnicismi.