L’hi-tech low cost degli iphome 4, degli iped, degli apad e…

Il 2010 sarà ricordato come l’anno dell’iPad, del nuovo prodotto della casa di Cupertino “regalato” (si fa per dire dal momento che è molto costoso) agli amanti dell’iSomething-mania.
Il 2010 sarà anche ricordato come l’anno dell’immissione massiccia di prodotti a un tempo hi-Tech e Low Cost.
E’ questo il caso di telefonini touch a meno di 90 euro o tablet (i geek sanno di cosa sto parlando) a meno di 200 euro.
Prodotti che strizzano l’occhio al teen che vuole essere al passo con le prestazioni ma che non dispone di un budget che possa consentire loro questo. In gergo questi prodotti sono chiamati “white box” e, con una certa forzatura, sono l’equivalente tech dei farmaci generici.
I direttori di marketing non hanno paura né nessun imbarazzo a dire che il 75% dei clienti che scelgono l’hi-tech low cost appartiene alla fascia 12-20. In Italia infatti stanno conquistando importanti quote di mercato i cellulari Anycool.
E bene dire che questi prodotti non forniscono le prestazioni dei loro omologhi Apple, Samsung, Nokia, LG, Motorola e cosi via.
Hanno performance inferiori, in qualche caso lievemente inferiori.
Ed è questo lieve gap a renderli attraenti, sexy, nel rapporto performance/prezzo.
Qualche casa importante lo ha capito e sta correndo ai ripari con una migliore strategia di prezzo, ma altre stanno sottovalutando il pericolo.
Forniamo qualche confronto sui tablet. Il modello base dell’iPad è intorno ai 500 euro, l’iTab7 di Airis costa 174 euro. Il cinese Zenithink ZT-180 (foto) viene venduto all’equivalente cinese di 150 dollari, il tutto mentre Kapil Sibal, il ministro indiano dello sviluppo economico (a proposito quando finirà l’interim di Berlusconi?) ha presentato una sorta di iPad (con prestazioni molto minori, ma comunque schermo touchscreen, 2 gigabyte di memoria, porte usb e connessione wi-fi) a 35 euro. 
Quasi un quindicesimo dell’iPad.
Problemi? In primis la garanzia. Una parte rilevanti di questi prodotti viene acquistata online perché il piccolo rivenditore non ha voglia confrontarsi con il risentimento di consumatori delusi.
Gli stessi consumatori giovani e smaliziati che potranno fare da volano o affossare definitivamente quel prodotto “di sottomarca”.
Ci dobbiamo aspettare un’invasione di Iphome 4, di Iped, di Apad, Epad, di Windpad, di Inpad?

Forse sì…

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