Cose da non fare sui social

In qualche post precedente abbiamo sottolineato che l’uso improprio dei social, ed intendo non solo Facebook, ma anche i vari Twitter, LinkedIn, Google+, Netlog, Badoo et similia.

I social sono diventati un punto fermo anche nelle indagini per carabinieri, poliziotti ed inquirenti. Ma sempre più spesso si rivolgono ai social anche i temibili head hunter, i cacciatori di teste che per mestiere devono scegliere le persone.
E nella scelta entrano tanto le competenze tecniche quanto, se non di più, le qualità personali.

Grazie ai “report” dei social, i cacciatori di teste, può farsi una idea, nei casi peggiori un vero e proprio dossier, su un candidato. Ed allora vediamo un po’ cosa evitare, o cosa evitare perlomeno in prima battuta.
Metterò in evidenza 5 punti, tutti ugualmente pericolosi, pertanto non sarà una graduatoria né crescente né tantomeno decrescente.

Foto con singhiozzo: Capirete bene che un head hunter che trova in Rete ed in giro una vostra foto in stato un tantino alterato non fa bene alla vostra reputazione né tantomeno alla vostra futura assunzione. Pertanto postate foto a singhiozzo (non in senso etilico) e che siano…presentabili

Non fate i Troll. Evitate commenti troppo crudi, troppo cattivi, che non vi porteranno niente se non la percezione che siate delle persone acidule. E l’acidità non è mai, o quasi mai, una bella cosa. Occhio quindi ai commenti in bacheca, la propria e quella degli altri, potrebbero ritorcersi contro.

Gola profonda. La percezione dell’head hunter diventa Se l’ha fatto una volta può farlo di nuovo. Cosa? Parlare male dei vecchi datori di lavoro. ergo, evitate apprezzamenti su persone e aziende con cui si ha avuto a che fare in passato.

Amici su amici. Non poche persone hanno scambiato i social come una gara a chi ce l’ha più lungo, cioè a chi ha più amici; la cosa non sempre ha dei risvolti positivi. E magari provate poi a spiegare che non conoscevate nemmeno quel vostro “amico” finito nei guai?

Negativi. Sorridere, sempre. La gioia di vivere, sul lavoro e nelle relazioni è sempre un buon atout da giocare.

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