Il caso Abercrombie&Fitch, un nuovo modo di fare brand?

Vi ricordate (si fa per dire) il recente reality show, per la verità qualcuno lo chiamava docu-reality, Tamarreide, quello presentato da Fiammetta Cicogna?
Bene, in tanti videro in Tamarreide una riedizione, in salsa nostrana del reality a stelle e strisce Jersey Shore.

Sia in Jersey Shore che in Tamarreide si puntavano i riflettori su un tipo di personalità o di concepire la vita, si riprendevano gli attimi delle persone che, a seconda della zona geografica, etichettiamo come tamarri, burini, truzzi, coatti ed alla via così.

Giusto per la cronaca, il reality ghetto americano, è stato pensato solo per gli italiani in america, sembrerebbe che da quelle parti siamo considerati un modello di tamarraggine.

Bene, ma cosa c’entra tutto questo con un blog che si occupa di web marketing, posizionamento ed altro? C’entra perché puntoblog.it si occupa che di branding e di reputation manager.

E che c’entra tutto ciò con il Jersey Shore? Mike Sorrentino, alias The Situation (Cosa s’intende per situazione? Situazione sessuale?),uno dei protagonisti, se non il protagonista principe, di Jersey Shore è stato diffidato dall’indossare capi di un ben determinato brand. Già, proprio così.

Abercrombie & Fitch ha diffidato Sorrentino dall’indossare capi del brand, estendendo poi il divieto agli altri tamarri italo-americani, usando queste parole: “Siamo consapevoli che si tratta di uno show di intrattenimento, ma crediamo che l’associazione al nostro marchio sia contraria alle aspirazioni di A&F e potrebbe non essere gradita a nostri fan”.
E’, forse, il primo caso in cui si paga qualcuno, perché Sorrentino è stato pagato, per non associare un volto ad un brand. 

Per fare un esempio abbastanza calzante sarebbe come se Diesel o Gas pagassero un ex concorrente di reality o un tronista per non portare i propri capi. E’ un po’ l’esatto contrario di quanto avveniva sino a non poco tempo fa.

Questa sparata di Abercrombie & Fitch, questo arrocco sulla difesa di un brand è l’esatto contrario della pubblicità e promozione resa celebre dal circo Barnum, il famoso Bene o male purché se ne parli?.

 

 Già in altre occasioni avevamo riferito che questo motto, nel mondo web 2.0, non vale, adesso di un brand se ne deve parlare in un unico modo: BENE. Ma è stato realmente questa l’intenzione di Abercrombie & Fitch? O non è stato, piuttosto, un’ottima promozione a costo zero?

Sia come sia il mercato non sembra aver preso molto bene la cosa, nei giorni successivi la quotazione di Abercrombie & Fitch è scesa considerevolmente, magari indipendentemente da questo; Nicholas Nassim Taleb dice sino alla noia che non sempre è ravvisabile una causa “forte” che ha effetto sulle quotazioni in Borsa. Ma questo è successo.

Così come è successo che uno dei concorrenti di Tamarreide era nientemeno che la figlia di Ambrosoli, la nota azienda di miele.

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