Egomnia, il social del lavoro di Mattia Achilli

Questa volta vogliamo parlare di una coraggiosa iniziativa presa da un giovane italiano. Lo stanno già appellando come lo “Zuckerberg italiano”, ma Matteo Achilli, un giovane studente della Bocconi, sull’argomento magari la pensa in maniera diversa. Il 20enne, agli inizi di marzo, ha lanciato l’ennesimo social con tante ambizioni. Andiamo un po’ a vedere meglio.

Il social si chiama Egomnia, e nasce come professional network ed aggregatore.
A dirla in modo semplice, il social punta a fare da piattaforma e da collegamento tra imprese e laureati italiani, classificando gli stessi, al pari del pagerank di Google, in base ai curriculum.

In poco più di due settimane, il social conta qualcosa come 3000 iscritti e 25 imprese, tra queste si annoverano già Bialetti Industrie e Ericsson. Achilli è euforico e non manca di sottolineare che: “Nelle prime 24 ore, Facebook aveva 35 utenti, Egomnia 1000”.

Infatti, come abbiamo a più riprese sottolineato, Facebook ha avuto una carburazione più lenta anche di MySpace e Bebo, social poi scomparsi per effetto dell’onda blu di Mark Zuckerberg.

Achilli racconta che l’idea di base di Egomnia gli balenò al momento della scelta dell’università quando “Un’ amica mi ha dato la lista delle migliori università del mondo e mi sono  chiesto: perché non classificare anche chi cerca lavoro?”. sembra facile? Lo è. Di questi tempi ad avere delle buone idee sono in tanti, in tantissimi sognano nuovi social, nuove piattaforme, nuovi aggregatori. Ma il problema sono sempre i finanziamenti.

Perché se è vero che spesso si parte da un garage, un computer ed un nerd brufoloso è altrettanto vero che per arrivare ad avere una certa visibilità occorrono degli investimenti, non copiosi come nel caso delle imprese “classiche”, ossia quelle pre Internet, ma la visibilità non è proprio a costo zero.

Chi vuole iscriversi a Egomnia deve compilare cinque caselle: titoli accademici, certificazioni, esperienze all’estero, tirocini e hobby.

Le esperienze all’estero e la grandezza dell’azienda-datrice di lavoro (misurata in base a fatturato e numero di dipendenti) costituiscono due motivi di punteggio alto. “Mentre la lode  vale meno di due stage prestigiosi”, aggiunge Achilli.

Il sistema offre la possibilità alle imprese di filtrare la ricerca. Se, ad esempio, si cerca un 26enne, laureato in ingegneria, residente in Liguria, che parla arabo, il portale troverà all’interno del database la persona giusta.

Che ne pensate?

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