WiFi libero in Italia? Sì e no

Qualche giorno fa su Twitter rispondevo al Pd che vedeva nel turismo una risorsa (ma va?) che gli stranieri non vengono in Italia anche perché c’è scarsa penetrazione della Rete e, laddove c’è, la stessa è molto lenta e poi c’erano delle forti limitazioni imposte dalla Legge Pisanu, una cosa che per certi versi neanche negli Usa con il Patrioct Act.

Con la scusa della sicurezza si arrivava a vedere ogni persona in un Internet cafè  (in un bar, un ristorante, una pizzeria, etc) come un potenziale terrorista.

Ebbene, è stata accolta con grande giubilo la notizia, diffusa attraverso un comunicato stampa di FIPE-Confcommercio, di un WiFi libero ANCHE in Italia.
Ma è vera gloria? Le cose stanno davvero così? Nì.
In realtà non è cambiato poco o nulla, in quanto non c’è alcun provvedimento del Garante della Privacy.

La FIPE, con il comunicato stampa ha voluto mettere al corrente gli esercenti e gli utenti che forse c’è un accordo di massima con il Garante della Privacy, che infatti non ha smentito la notizia. Ma nemmeno pubblicato alcunché documento.

Secondo alcuni, l’Authority “avrebbe” dato l’ok per l’abrogazione dell’art 7 della legge Pisanu, già in parte modificato. La norma prevedeva in caso di servizi al pubblico la richiesta del documento cartaceo e la sua archiviazione. Va altresì detto che il Garante per la protezione dei dati personali è un’autorità amministrativa indipendente istituita dalla legge n. 675 del 31 dicembre 1996 (cosiddetta legge sulla privacy), per assicurare la tutela dei diritti e delle libertà fondamentali e il rispetto della dignità nel trattamento dei dati personali.

Va da sé che non ha alcun potere di autorizzare o, dualmente, negare alcunché in mabiti che esulano la sfera di competenza. Più in particolare, le norme del WiFi, si rifanno alle norme ordinarie, al codice delle comunicazioni elettroniche e alle norme dell’AGCOM.
E, cosa molto importante, non può (il Garante della Privacy) interpretare autonomamente le norme relative alla conservazione delle tracce informatiche, per perseguire i reati, che spettano ad altri organi.

Infine, con buona probabilità si potrebbe arrivare ad abrogare la parte che prevede la richiesta e raccolta di un documento d’identificazione (Carta d’identità, patente, etc)

la raccolta del documento e l’archiviazione si, l’identificazione informatica (log) non penso proprio
Insomma, tanto rumore per nulla.

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