Lavorare nel mondo dell’informatica. Attenzione alle università!

gelminiCari amici lettori, oggi parlo di un argomento che susciterà sicuramente delle discussioni e molte persone non si troveranno in accordo con quello che affermerò, il legame tra mondo del lavoro e università italiana.

Io affermo che per trovare lavoro nel campo delle nuove tecnologie, del webmarketing, della programmazione e del web designer andare all’università è deleterio per varie ragioni!

Premetto che io sono laureato in Ingegneria delle telecominicazioni. Vecchio ordinamento. Conosco tantissime altre persone laureate come me tra ingegneria delle telecomunicazioni, elettronica ed informatica.

La rabbia sta anche nel fatto che le offerte di lavoro nell’IT sono aumentate rispetto a 10 anni fa. Ma le università non si sono adeguate.

Sicuramente, la ragione principale, è la totale inadeguatezza dei programmi dell’università italiana rispetto a quello che davvero serve sul mercato oggi. I programmi degli non solo solamente vecchi di anni luce rispetto a quello che si utilizza nelle aziende, ma sono anche organizzati male e pieni zeppi di teoria che si ripete, ripete e ripete ancora tra i vari esami. Di pratica, niente!

Ma voglio procedere con ordine e trattare tutte le ragioni per cui studiare all’università nel migliore dei casi non aiuta ad entrare nel mondo del lavoro nel settore IT:

  1. Programmi inadeguati, vecchi e poco pratici.
  2. Tecnologie oblsolete utilizzate nelle università . Il settore dell’IT si muove alla velocità della luce, escono sempre nuovi software, e nuovo hardware. Le università hanno dotazioni vecchie. Per fare un’analogia con il mercato delle auto. Oggi stiamo nell’era delle auto euro5, nelle università stiamo ancora con la Fiat 500 ( purtroppo vecchio tipo)
  3. Nessuna pratica e nessuna propensione alla risoluzione di problemi reali. Quando uno studente, anche brillante, esce dall’università, è pieno zeppo di informazioni teoriche. Quando qualche azienda lo prende per fare un periodo di prova, deve prima svuotare il laureato da tutte le informazioni inutili, inesatte o poco pratiche. Le PMI, ovviamente, non hanno il tempo e le risorse per formare 2 volte il laureato ( la prima per cambiare tutte le informazioni inesatte che hanno e la seconda per il lavoro pratico che devono fare).
  4. I non laureati hanno molta più voglia di investire un periodo (6 mesi – 1 anno) sulla formazione pratica. Purtroppo, chi esce dall’università deve, al pari di chi non ci è andato, imparare a lavorare. Ovviamente, a 20 anni si ha più voglia, entusiasmo ed umiltà che a 26-30 anni. Questo le aziende lo sanno. Inoltre, le informazioni per lavorare nell’IT sono alla portata di tutti e non è necessario frequentare 5 anni ( per i migliori) di università.

Purtroppo, per i laureati, ho letto alcune statistiche sulle assunzioni nell’IT del 2009. Le aziende hanno preferito assumere, non laureati rispetto ai laureati. Durante i colloqui, i selezionatori, valutano quello che il candidato sa fare e non quello che ha studiato. All’azienda, non interessa se le capacità, il candidato, le ha sviluppate da solo o all’università.

Purtroppo per il mondo lavorativo l’università è rimasta inesorabilmente indietro!

Comunque se cerchi un sito di annunci di lavoro ti consiglio www.portalavoro.it

1 commento su “Lavorare nel mondo dell’informatica. Attenzione alle università!”

  1. Sono d ‘accordo con quanto esposto… per le PMI è quasi sempre così, almeno dagli annunci di lavoro che si vedono in giro… per le grandi aziende però ho notato che spesso è richiesta la laurea ( anche solo quella triennale) e che quindi chi non ha il pezzo di carta si trova tagliato fuori.. io per esempio sono solo diplomato e per questi annunci verrei automaticamente scartato…cosa che cmq non mi sembra giusta ( penso che cmq mettano queste condizione per fare già una sorta di selezione.. )

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