La nuova politica di Twitter sulla pubblicità di terze parti

E’ di pochi giorni la notizia che il social network dei cinguettii, alias Twitter, ha cambiato la propria politica per quanto riguarda la pubblicità di terze parti nelle timeline degli utenti. Sul blog ufficiale del social network, infatti, lo staff di Twitter ha comunicato che d’ora in poi sarà possibile inserire link pubblicitari nei tweets solo utilizzando il sistema Promoted Tweets messo a punto ad Aprile 2010.

In questo modo lo sfruttamento indiscriminato delle API per la pubblicità sul social da parte delle aziende sarà messo fine a favore della salvaguardia di Twitter come strumento di informazione in tempo reale.

I cinguettii promozionali d’ora in poi dovranno, inoltre, essere facilmente riconoscibili dagli utenti, fermo restando che la pubblicità non potrà in alcun modo toccare la timeline del social.

Dick Costolo, il CFO di Twitter, ha spiegato che la scelta del social porterà alla salvaguardia dell’innovazione nel campo dell’advertising online, mettendo fine alla tattica di tutte le piccole startup che utilizzavano il sistema dei tweets per farsi pubblicità.

D’ora in poi, dunque, per far circolare la propria pubblicità su Twitter, le aziende e gli inserzionisti dovranno per forza rifarsi al sistema dei promoted tweets, dividendo una parte dei guadagni ottenuti con il proprietario della piattaforma (ripartizione che non è stata ancora definita). Il valore di una pagina Twitter sarà definita a partire dal ritorno economico che essa è in grado di produrre, rendendo quindi necessario, secondo Costolo, un accordo commerciale tra l’inserzionista e Twitter.

La notizia avrà reso sicuramente furiosi gli sviluppatori e gli inserzionisti che attorno ai cinguettii avevano ormai creato un vero e proprio business: un esempio è l’outlet Dell che, grazie a Twitter, ha guadagnato tre milioni di dollari  lanciando sconti e offerte intorno al 15-20% (mica male!). La Sodexo ha risparmiato invece circa 350mila dollari usando Twitter per reclutare il personale e la Pepsi invita i propri consumatori attraverso una scritta sulle lattine a collegarsi alla pagina twitter del brand, con buoni effetti sulla brand reputation.

Ad ogni modo, nonostante le nuove severe restrizioni del social, il business online degli inserzionisti non si è certo concluso: il giro d’affari dei cinguettii può ancora dare ottimi risultati in termini di reputazione e visibilità del brand (se usato come si deve), con l’unica differenza che il servizio non è più gratis.

Il sistema promoted tweets funzionerà? Staremo a vedere la reazione degli inserzionisti: nel frattempo l’intento di Twitter di “mantenere alto il valore dei tweets” è stato raggiunto.

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