Gli americani si sa sono specialisti nel trovare degli acronimi e nell’inventare sigle (Fbi, Cia, Nsa, Dea, Usamriid, etc..) ed anni fa per indicare le professionalità scientifiche emergenti in un futuro allora prossimo, ma che ormai dovrebbe essere il nostro, usarono un acronimo carino, molto appropriato, molto musicale: GRIN.
In seguito andremo ad analizzare l’acronimo aggiungendo un commento sullo stato dell’arte in Italia della materia o della disciplina.
La G di GRIN sta per Genetica: Per quanto riguarda la genetica, l’Italia ha un grosso ostacolo nel Vaticano che guarda con sospetto, e non le manda a dire, ogni qualsivoglia ricerca del genere.
Basta pensare ai referendum del 2005, che videro scendere in campo in modo molto aggressivo e ben poco religioso l’allora potente (ma siamo proprio sicuri non lo sia più?) Cardinale di Santa Sede Camillo Ruini e la TeoDem Paola Binetti, numeraria dell’Opus Dei e longa manus di Camillo Ruini stesso nel Parlamento. I referendum andarono come andarono e il risultato e che i poveracci che non possono permettersi e pagarsi le staminali moriranno in Italia; quelli che avranno la possibilità economica di farle potranno salvarsi. Grazie Ruini e Binetti!! Ed è un vero peccato perché le eccellenze ci sarebbero, basti pensare che il Nobel per la Medicina del 2007, Mario Capecchi, disse che il Premio avrebbe dovuto essere condiviso con una equipe romana che diede il via alla ricerca. Ricerca poi abortita per mancanza di fondi. Sulla genetica, nonostante un Nobel, Renato Dulbecco, ed un eminente genetista come Luigi Luca Cavalli Sforza, abbiamo fatto, purtroppo, un deciso salto indietro.
La R di GRIN sta per Robotica: Branca molto importante dell’ingegneria. Se per robotica intendiamo anche e soprattutto le macchine industriali utensili di precisione allora possiamo dire che l’Italia è all’avanguardia, se invece parliamo propriamente di robot allora il discorso comincia ad essere molto diverso e, a fronte di ottime competenze, purtroppo non corrispondono delle buone realizzazioni. Anche in questo caso trattasi di un vero peccato per una nazione come l’Italia che, nelle realizzazioni e nelle applicazioni elettroniche, si è potuta fregiare del titolo di nazione guida nella radio e nel radar. Ma, ripeto, a mancare non sono le intelligenze ma capitani d’impresa coraggiosi.
La I di GRIN sta per Informatica: Gli operatori informatici nel nostro paese non mancano, ma ciononostante si stenta a tirar fuori del software che sia veramente valido capace di diventare un must universale come possono esserlo le applicazioni Cad o il gestionale del Sap, strumenti usati dai professionisti di diversi paesi. Ad ogni modo, la “divisione I” chiamiamola così dell’acronimo GRIN è quella in cui l’Italia è messa meglio.
La N di GRIN sta per Nanotecnologie: Una branca della scienza molto esotica, un punto d’incontro tra la meccanica, la fisica atomica e l’informatica, questa è la Nanotecnologia che, come si evince dal nome, consiste in realizzazioni, in genere robot, delle dimensioni di 10-9 metri. Anche se può sembrare impossibile esistono dei robot di quelle dimensioni che possono essere istruiti, con software ad hoc, a fare determinare cose, anche a modificare o riparare delle molecole. Le applicazioni come si può ben capire sono, e saranno sempre più, molteplici, ma quelle in ambito sanitario potranno veramente rivoluzionare la nostra vita.
Fate correre un po’ il pensiero a orde di nanorobot kamikaze lanciati verso delle cellule tumorali? Una moderna e tecnologica falange di Hashshashin pronta ad immolarsi non per il Vecchio della Montagna di Alamut, ma per il bene di ogni persona.
Queste realizzazioni non sono futuristiche, ma reali o futuribili, e una combinazione di tutti gli ingredienti GRIN potrebbe portare alla singolarità tecnologica agognata da Ray Kurzweil, guru e teorico del Transumanesimo.
Ma adesso torniamo con i piedi per terra, come abbiamo visto molte di queste cose non si fanno, materialmente in Italia, ma si trovano in Italia. Ed allora ecco che distributori, venditori, esperti di marketing potrebbero giovarsi della GRIN per trovare nuovi spazi, nuovi terreni vergini da colonizzare.
La GRIN e le sue applicazioni come nuovo Oceano Blu?
Noi ci scommettiamo..