I chip al Grafene pensioneranno quelli al Silicio?

I giurati del Premio Nobel ogni tanto riescono a compiere delle azioni sorprendenti e a prendere in contropiede la comunità scientifica che, non diversamente da altre, sa che determinati premi sono assegnati in base ad una sorta di Manuale Cencelli applicato alla Scienza.
Una prima sorpresa è stata l’aver premiato due russi, Andre Geim e Constantin Novoselov, il secondo dei quali appena 36enne, una età da sbarbatello per i parrucconi della politica e perché la loro ricerca è, sempre per il metro temporale del Premio Nobel; recentissima in quanto risale al 2004 o giù di lì.
Einstein tanto per dire fu premiato 16 anni dopo, e non per la Relatività ma per gli studi sull’effetto fotoelettrico.
Già, ma per che quale ricerca sono stati premiati i due fisici russi? Per i loro “pioneristici esperimenti sul Grafene”. Cos’è il Grafene? E’ qualcosa di vagheggiato, una sorta di “Santo Graal dell’elettronica”.
Trattasi di un nuovo materiale, basato sul carbonio, a cui si attribuiscono, o perlomeno si auspicano, proprietà miracolose, qualità in grado di migliorare di centinaia di volte le prestazioni dei computer, ma che per ora non è possibile integrare con la circuteria elettronica utilizzata dall’industria.
Tecnicamente il Grafene è formato da “singoli strati di atomi di carbonio organizzati in una griglia a nido di api” come spiega su NewScientist lo stesso Geim; il materiale è più resistente e duro del diamante, del quale è, chimicamente parlando, un affine, ma nonostante la sua durezza può essere “allungato e stirato” per un quarto della sua lunghezza.
Tanto per dire, uno strato di Grafene è dotato dell’area di superficie più estesa in proporzione al suo peso, è impermeabile a gas e liquidi, conduce il calore e l’elettricità meglio del rame. Le potenzialità e le applicazioni sono numerosissime, come pure nel caso del suo cugino, il Fullerene.
Di fatto però esistono ancora scogli tecnologi tutt’altro che semplici da superare.
La schiera degli ottimisti ritiene che chip di nuova generazione al Grafene potrebbero raggiungere facilmente prestazioni dell’ordine delle svariate centinaia di Gigahertz (o anche qualche Terahertz).
Qualcuno sta già recitando il de profundis al silicio, con passaggio di consegne, tra Silicio e Grafene, previsto per il 2024.
Sarà vero?

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