Ritorniamo su Puntoblog a parlare dei tablet, iPad e dintorni per intenderci.
Lorenzo Sassoli de Bianchi ha parlato senza troppe mezze misure di “avvento paragonabile a quello della televisione negli anni ‘50”.
Ma chi è Lorenzo Sassoli de Bianchi? Un nostrano guru della rete? Acqua, acqua..
Un businessman che ha deciso di puntare sui tablet? Fuochino, fouchino..
Lorenzo Sassoli de Bianchi è il presidente dell’Upa, l’associazione italiana più importante per quanto riguarda gli inserzionisti pubblicitari.
I quali potrebbero trovarsi per le mani, in un settore che da qualche anno a questa parte sta mostrando un po’ la corda, un nuovo eldorado.
Ad oggi girano per l’Italia circa 300mila iPad, un successone per gli amanti della i-Something mania, soprattutto alla faccia delle cassandre italiche versus l’ultimo nato in casa Steve Jobs. I 300mila di adesso potrebbero diventare un milione entro il 2011, considerando che Natale farà la sua bella parte.
Ma non è questo ad entusiasmare Sassoli de Bianchi quanto piuttosto un fatto, forse sarebbe meglio parlare di evidenza sperimentale, al quale non si era per niente preparati: sembrerebbe, e dico sembrerebbe, che il lettore ricordi meglio le inserzioni viste sui tablet rispetto a quelle che su carta. Un risultato che è venuto fuori da un esperimento, che ci auguriamo ben condotto e non realizzato a uopo per il tornaconto proprio, che ha visto coinvolti due gruppi di persone.
Al primo gruppo sono stati fatti leggere in modo intensivo prima i giornali su carta e poi sui tablet, mentre il secondo gruppo ha seguito il processo inverso: il risultato è stato che il lettore ricorda più facilmente la pubblicità sui tablet.
Sarà vero? O non sarà un tentativo di creare una domanda che non c’è? Di sicuro le case produttrici dei tablet non si aspettavano qualcosa del genere, loro volevano solo fornire un versatile migliore, o perlomeno se non migliore più leggero, più pratico e più trendy.
L’associazione Upa sta facendo pressioni sugli editori invitando gli stessi a creare specifiche versioni per tablet anzichè cercare basicamente di trasferire il quotidiano in formato Pdf sull’iPad, esistono però anche degli scogli tecnologici: In Italia la banda larga è poco diffusa e il wi-fi, liberalizzato in parte, conta solo poco più di 4mila punti di accesso.
Un po’ pochini per invogliare fortemente gli editori.
Toccherebbe allo Stato. Ma siamo sicuri che lo stesso voglia investire?