La creatività italiana in rete va sempre salutata con una salva di giubilo anche se, sempre più spesso, la stessa si estrinseca nell’ideare nuovi social pensati da nostrani Mark Zuckerberg vagheggianti un nuovo Facebook.
Ne esistono già diversi in Italia, social più conosciuti come freebar e qualcuno altro carino, ma non troppo noto come firmatounamico .
E’ già online un nuovo social tutto italiano, Plingle, nato come costola sociale del gruppo Associazione Musica 2.0 .
L’idea di base è quella di fornire una piattaforma ed una vetrina ai tanti talenti musicali sparsi per la penisola che, in non rari casi, vedono il loro genio (perché in qualche caso di genio trattasi) brutalizzato e sminuito da logiche discografiche e commerciali, logiche di potere, in un domino do caselle e veti incrociati, che poco hanno a che vedere con il fare e produrre musica.
Dal manifesto si legge che Plingle è un social network tutto italiano dedicato interamente alla musica, dove un artista emergente e sconosciuto può produrre la sua musica solo grazie al proprio talento, al proprio impegno e al voto del pubblico, capovolgendo le normali dinamiche del sistema discografico.
Gianluca Musco, componente della già citata Associazione Musica 2.0, descrive Pingle in questi termini: “Il concetto di base di Plingle.com è la meritocrazia, più ti impegni, più sei bravo, più possibilità hai di farti ascoltare e promuovere la tua musica al pubblico, puntando sempre alla qualità” continua affermando che “la differenza principale con gli altri social network è che all’interno di Plingle.com l’artista non è statico, perchè oltre a caricare e gestire il suo profilo, come in un normale social network, può sfidare in battaglie virtuali, gli altri artisti presenti nel circuito di Plingle.com” . Le sfide, che rappresentano la parte più interessante e interattiva del social, si basano su tre semplici graduatorie di gradimento così divise: la classifica degli artisti più amati, la classifica degli artisti più finanziati e la classifica dei produttori più attivi.
Il mondo web 2.0 è riuscito a produrre, in un tempo che sembra la preistoria, dei casi notevoli di musicisti che hanno usato i social per farsi conoscere.
In tal senso le iniziative di Mika e Lily Allen con MySpace sono considerate dei case history utilizzati e discussi in numerosi workshop di web marketing; così come in parte ha fatto anche la giovanissima Miley Cirus, senza contare quelli che si sono fatti notare postando dei video su YouTube.
Plingle va incontro al bisogno di cercare nuovi talenti musicali agendo in parallelo ai talent show già presenti. Aspettiamo con impazienza di lodare un talento scoperto ed esploso in questo modo molto web 2.0.
Gli artisti e i talent scout sono avvisati, c’è un nuovo modo di farsi notare e visionare, un modo, si spera, più democratico: il mondo del web e dei social.