La storia del marchio Lacoste

In un precedente post abbiamo parlato dell’originale genesi del marchio De Puta Madre 69.
Una volta in ufficio una banale discussione sul fatto che il tennis sia uno sport molto esclusivo portò il discorso sul marchio Lacoste, per intenderci la polo con il coccodrillo.
Da appassionato di sport dissi che quel marchio e quel nome erano dovuti ad un tennista francese di diversi anni fa. Una rapida ricerca confermò le mie rimembranze. Negli anni 20’ del secolo scorso ci fu una fioritura di talenti francesi nel tennis come mai più c’è stata; quattro di loro, Jacques Brugnon, Henri Cochet, Jean Borotra e Renè Lacoste, vennero soprannominati, con scarso spirito devo dire, i quattro moschettieri, come quelli di Dumas padre.

Renè Lacoste era molto bravo, vinse l’equivalente di 8 Slam, mica pochi anche considerando i tempi, e nel 1933, con un socio, fondò la casa d’abbigliamento.
Lacoste voleva qualcosa che fosse pratico come un T-shirt (che non poteva essere indossata mentre si giocava perché considerata plebea, e non ridete, i tempi erano quelli che erano) ed elegante come le camicie (con le quali giocava, e capite bene che giocare con una camicia non è il massimo).

L’ibrido che ne venne fuori fu chiamata Polo, che incontrò subito il favore anche dei golfisti; al successo tra i golfisti non fu estranea la moglie dello stesso Lacoste, appassionata praticante dei green.
Sì, ma che c’entra il coccodrillo del logo con delle persone raffinate come erano Lacoste e la moglie? Responsabile di ciò fu, ancora una volta, qualche maledetto (scherzo, eh!) giornalista.

Sentiamo dalla viva voce di Wikipedia: “La stampa statunitense mi ha soprannominato “Il Coccodrillo” in seguito ad una scommessa che avevo fatto col Capitano della squadra francese della Coppa Davis. Mi aveva promesso una valigia in coccodrillo se avessi vinto una partita importante per la squadra. Il pubblico americano si è ricordato questo soprannome che sottolineava la tenacia da me dimostrata sui campi da tennis, in quanto non mollavo mai la preda! Il mio amico Robert George mi disegnò un coccodrillo che fu poi ricamato sul blazer che indossavo in campo”.

Ed ecco il perché del coccodrillo, e di quasi 70 anni di successi, di acquisizioni e diversificazioni atteso che, nel tempo, il marchio Lacoste è cresciuta e diventata casa di moda a tutto tondo, con l’introduzione di calzature, profumi e accessori.

Ed ora chiedo un aiuto alla Rete: “Conoscete qualche altro marchio che sia stato fondato da uno sportivo?”.

E naturalmente non mi riferisco a Baci&Abbracci di Bobone Vieri e Christian Brocchi.

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