Linkedin è utile, in Italia, per trovare lavoro?

Una delle prime richieste di “collegamento” da LinkedIn mi giunse intorno alla metà del 2008, non mi iscrissi e quegli amici erano, se non gli innovatori, i primi adottandi in Italia del prodotto LinkedIn.
Adesso dove siamo? Nella maggioranza iniziale (che la teoria classica individua nel pettine 16-50%) o nella maggioranza ritardataria (50-84%)?
Ritengo la popolazione in Italia essere ancora nella maggioranza iniziale, ma la situazione potrebbe evolvere rapidamente ed in maniera esponenziale, certo non con il fattore di Facebook, ma avvicinandoci alla crescita di Badoo.
Linkedin nel mondo ha oltre 100 milioni di iscritti.

E in Italia? L’anno scorso erano circa un milione gli iscritti, a Maggio di quest’anno 1,7. Non male, vero?

Ma Linkedin è utile per trovare lavoro?
Mariano Corso dell’Osservatorio Ict del Politecnico di Milano: “Il boom dei social network pro riflette il cambiamento del mondo del lavoro: mobilità e flessibilità hanno cambiato le regole del gioco.

Oggi, in media si resta in un’azienda 18 mesi, la modalità di lavoro è sempre più esterna, si fa consulenza e si sta poco in ufficio”. Ma, ancora una volta rappresentiamo la cosa; perché se l’80% delle aziende Usa, anche attraverso le società di recruiting, usa LinkedIn, ma altresì Viadeo o Xing, per la ricerca e selezione del personale, in Italia siamo ancora intorno al 30%. Per il bel paese sembra valere ancora la cara vecchia cooptazione o segnalazione (raccomandazione).

Ma posto che anche i talent scout italici prima o poi vireranno con sempre maggiore insistenza verso LinkedIn e fratellini come comportarsi? Sentiamo Richard George, European Pr Manager di LinkedIn: “Oggi è più importante che mai investire tanto nella propria immagine digitale, quanto in quella off line. Siamo quello che la Rete dice di noi”. Perciò, occhio all’immagine che diamo.

I contatti dovranno essere selezionati con cura, non fatevi prendere dalla smania di amici o seguaci che, purtroppo, affligge chi bazzica Facebook o Twitter.

Attenzione anche quando “segnalate” qualche vostro amico, la vostra reputazione potrebbe essere danneggiata anche in modo indiretto.

Altri consigli? Arricchire ed aggiornare il proprio profilo, anche con dettagli come passioni ed hobby, il tutto senza risultare troppo prolissi, troppo pedanti o troppo formali.
Iscriversi ai gruppi è buona cosa per aggiornarsi o per restare tali, ma attenzione a non essere troppo invadenti e, cosa molto importante ed affatto scontata, scrivete in modo chiaro e corretto.

LinkedIn non è una chat, pertanto no ad abbreviazioni e cose simili.

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