Il 27 settembre del 1998 nasceva Google, il motore di ricerca attualmente più usato del mondo.
Per la verità, un annetto prima, nel settembre del 1997, anche se prima il motore di ricerca risiedeva all’interno del sito web di stanford.edu, come sotto-dominio google.stanford.edu.
Dire qualcosa di “nuovo ed originale” sul motore che è diventato parte integrante della vita di milioni di persone è cosa ardua, difficile.
Tutti conoscono Google, non tutti sanno che i due founder (Larry Page e Sergey Brin) devono tanto ad un cervello italiano.
Già, proprio così! Massimo Marchiori era uno dei tanti cervelli italiani in giro per il mondo il giorno in cui venne avvicinato, dopo la presentazione di un suo lavoro a San Diego in California, da un altro giovane ricercatore di nome Larry, questi era interessato al lavoro di Marchiori.
Massimo Marchiori aveva infatti pensato ed ideato Hyper Search, un motore di ricerca che basava i propri risultati non soltanto sui punteggi delle singole pagine, ma anche sulla relazione che lega la singola pagina col resto del web.
Questo lavoro è stato citato nell’articolo in cui è stato formulato l’algoritmo PageRank. Page e Brin hanno sempre mostrato gratitudine a Massimo Marchiori.
Un altro italiano, nel dicembre del 2007, riuscì, per un po’ a violare l’algoritmo di Google e vedere farsi trovare, il tutto faceva parte di un progetto di ricerca della Normale di Pisa: “Abbiamo fatto in modo che il motore venisse interrogato con queste parole che erano il mio nome”, disse Calzolari. La “macchina” che faceva la ricerca ricorsiva non chiese cento o dieci milioni di volte, “Federico Calzolari”. Lo fece solo per poche migliaia di volte, anzi per 1 minuto al giorno, per i 30 giorni di Novembre.
Furono però sufficienti a far salire il nome di Federico Calzolari davanti a parole come Natale nello Zeitgeist Google di Novembre 2007.
Adesso lasciamo un po’ le romanticherie ed i virtuosismi tecnici, pure bellissimi, e facciamo qualche considerazione commerciale.
Sapete dirmi qualche altra company che, in soli 13 anni di vita, ha vissuto almeno 6-7 da dominatrice e che è stata capace di ritagliarsi un mercato intorno al 64% nel mercato statunitense (a livello mondiale si sfiora, in alcuni casi, anche l’80%. In Italia la quota del motore di Mountain View supera quasi ogni mese il 90%).
Una quota del genere non esiste neanche nel CSO, il cartello, dominato dalla De Beers, che controlla il mercato mondiale dei diamanti.
Una volta, in alcuni settori old economy, 13 anni erano un lasso di tempo buono per il break even point.
Ma questa è la new economy gente!
E’ il regno dei boom, in alcuni post ho già parlato delle acquisizioni monstre di MySpace e Bebo. E dei loro fallimenti.
Nella New Economy è tutto molto più rapido, l’ascesa come la caduta.
Nel 2000 il primo motore al mondo era AltaVista. Oggi dov’è?
E dove sarà Google fra 7-8 anni? Dare una risposta all’ultima domanda è qualcosa di ozioso, adesso, ma oltremodo pericoloso, perché non mi stancherò mai di ripetere che, sino alla seconda metà del 2008, in pochi avevano ipotizzato l’attuale pervasività dei social nella nostra vita e nel business.
Magari fra otto anni ci sarà un nuovo motore di ricerca, di nome Colombo o Adapa, che avrà soppiantato tutto e tutti perché “più senziente” e capace di dare risultati più pertinenti. Chi può dirlo?
Chi può dire cosa sarà di Google tra otto anni.
Tu che ne pensi?