Il settimanale L’Espresso ha dato i numeri. Di Facebook.
E sono, a voler essere onesti, dei numeri impressionanti.
Ogni 20 minuti vengono condivisi 1.484.000 eventi, mentre, nello stesso arco di tempo, ben 2.716.000 di foto vengono caricate, 1.323.000 di immagini vengono teggate; senza contare che 1.851.000 status vengono aggiornati e l’invio di 1.972.000 richieste di amicizia accettate.
Qualcosa come 2.716.000 messaggi vengono inviati mentre circa 10,2 milioni di commenti sono pubblicati assieme ad 1.587.000 di post in bacheca.
Un esercito del genere è mai esistito? E’ il popolo/esercito di Facebook, fatto di persone che, appena sveglia si collegano con il social; posso dire che il gestore del bar dove prendo il caffè la mattina sta collegato h24 sul social blu tradotto ormai in circa 70 lingue ed idiomi.
Provate un po’ a moltiplicare i numeri sopra per un anno ed avrete qualcosa di spaventoso. In senso buono. Nel mondo una persona su tredici è iscritta al social.
Certo non mancano i disertori, quelli che defezionano ma sono molti di più quelli che si convertono.
Il tutto considerando che ci sono intere regioni in cui non è presente per motivi tecnologici, il digital divide è ancora un fattore forte, o per motivi politici in paesi come Iran, Cina e parte della Russia.
In Russia, diversamente da paesi come la Cina o l’Iran, la scarsa penetrazione non è tanto dovuta a censura di regime ma ad esigenze pratiche.
In Russia si preferisce infatti un social locale, rigoramente Made in Italy VKontakte, il social più popolare in Russia e in Ucraina, il secondo in Kazakhistan, il terzo in Bielorussia.
Fondato nel 2006 è spesso accusato di essere un clone di Facebook, il social creato dal programmatore Pavel Durov. Si stima abbia circa 40 milioni di utenti.
I russi lo preferiscono a Facebook non tanto per la lingua quanto per la possibilità di poter condividere e scaricare liberamente musica e video.
Un motivo più che sufficiente non trovate?