Su un famoso blog italico dedicato all’ormai famoso social blu una volta lessi la classifica delle persone più odiose di Facebook.
La classifica era stravinta da una categoria di persone capace di mettere in imbarazzo.
Al primo posto infatti trovavamo Tuo padre e tua madre su Facebook per controllarti.
Bella rottura di scatole non è vero? Ho sentito di ragazzine disperate che hanno dovuto bloccate centinaia di amici, impaurite dai commenti che i loro genitori avrebbero potuto leggere sulla loro bacheca.
Cosa succede se una mamma si accorge che Facebook non fa per il figlio?
Magari succede che qualcuno s’ingegna e crea Unthink, il nuovo, l’ennesimo anti-Facebook.
Farà meglio o peggio dei tanti social, ognuno dei quali definito, agli albori, l’anti-Facebook.
Unthing farà meglio? Il social ha una storia interessante, una storia con due protagonisti principali.
Un bimbo e la sua mamma. Il figlio di Natasha Devis, nel 2008, voleva iscriversi a Facebook, la mamma si presa la briga di leggere i termini della privacy e…quello che trovò non le piacque.
Fu allora che cominciò a pensare ad un social che rispecchiasse il suo concetto di privacy.
Così è nato Unthink, che non è affatto uno sfigatello, dal momento che ha avuto un aiutato da un finanziamento di 2,5 milioni di dollari per opera della DouglasBay, e dal momento che, lanciato in versione beta qualche giorno fa, conta già altre 100mila utenti con una buona percentuale di utenti che stanno facendo il salto della quaglia, ossia stanno lasciando il social di Mark per approdare a quello di Natasha.
Stiamo ancora ben lontani, come chiunque può verificare, dai numeri di Facebook che, per adesso, più che interessarsi alla concorrenza sembra fare di tutto per tentare l’aggancio a Big G Google.
Non è che a furia di cercare di diversificare possa perdere il contatto con quella che era stata la sua, come vogliamo chiamarla, killer application, cioè la capacità social?
Diaspora e gli altri aspiranti social anti-Facebook sono nati per bastonare, ma sono finiti bastonati. Da Facebook.
Finirà male anche Unthink?
O sarà il primo granellino capace di inceppare il motore blu, magari anche solo costringendolo a cambiare strategia?
Per adesso non possiamo dirlo, possiamo solo prendere atto che il 25 Ottobre, al grido, neanche troppo originale di “Facebook può chiuderti l’account da un momento all’altro. Con Unthink, il proprietario del tuo spazio sei tu” il mondo dei social si è popolato di una nuova creatura: Unthink.