Sarà Goldman Sachs ad accompagnare Facebook a Wall Street?

La scorsa primavera, sempre sui bit dedicati a Puntoblog, avevamo parlato dello sbarco in borsa di alcuni debutti in Borsa, e segnatamente di LinkedIn, che ebbe una primissima collocazione in Borsa per un valore di 9 miliardi a fronte di un profitto annuo di 200 milioni, quindi circa 45 volte il valore.

E ci chiedevamo quando avrebbero compiuto il grande salto anche altre realtà della Rete.
Groupon si è collocata recentemente. E con un buon successo, al punto che qualche analista un po’ più cauto ripete di tenere i piedi per terra ed evitare una nuova bolla.

Bolla che, peraltro, anche noi di Puntoblog avevamo paventato dandole il nome di Bolla Social. Anche Zynga ha avuto una buona collocazione, talmente buona che il proprietario, verrebbe quasi da chiamarlo negriero o aguzzino, ha deciso di chiedere indietro le azioni dei dipendenti.

Vediamo un po’ di capire un po’ meglio la situazione in casa Zynga. Mark Pincus, fondatore e amministratore della società, vuole indietro delle azioni in mano ai dipendenti. In passato, infatti, quando il successo dell’azienda era ancora incerto e il denaro non abbondava nelle casse, la Zynga propose a chi lavorava per l’azienda di essere retribuito con le azioni, per prendere parte ad un progetto comune. Ora che i risultati hanno superato ogni rosea aspettativa, Pincus ci ha ripensato: ritiene che, visto il valore che le azioni prenderanno, la retribuzione non è più proporzionata all’impegno dei dipendenti. Sta così preparando un elenco, chiamato MIA (Missing in Action), dei dipendenti da rintracciare e da cui pretendere la restituzione delle azioni. Un caso senza precedenti giuridici, che darà non pochi grattacapi legali alla Zynga, ai dipendenti che non accetteranno di buon grado la richiesta, e ai giudici.

A Pincus vorrei ricordare che né Nokia né Microsoft né nessun altra company ha messo su una azione o richiesta del genere.

Ma torniamo a Facebook. I soliti ben informati riferiscono che Facebook stia preparando lo sbarco dalle parti di Wall Street per la prossima primavera. Secondo il il WSJ (Wall Street Journal), il management del social blu ha messo a punto il prospetto ed è pronta a quotarsi in qualsiasi momento. Riferisce altresì che la richiesta potrebbe essere già stata presentata alla Securitie and Exchange Commission, la Consob americana.

Quindi Mark Zuckerberg, da sempre scettico sulla quotazione, avrebbe alfine ceduto?

Gli analisti sono in fibrillazione, quello che è successo con LinkedIn, con Groupon e con Zynga potrebbe essere ben misera cosa in confronto allo sbarco sul mercato di Facebook.

David Ebersman, cfo (chief financial officer) di Facebook, starebbe trattando con i banchieri della Silicon valley e con investori privati con l’obiettivo di rastrellare 10 miliardi di dollari con una offerta che valuterebbe la società 100 miliardi di dollari.

Vogliamo scommettere che sarà Goldman Sachs a fare da gran cerimoniere alla quotazione di Facebook?

Qualora la creatura di Mark Zuckerberg avesse veramente voglia di puntare alla quotazione a Wall Street dovrà rendere pubblico il proprio stato finanziario entro la fine di Aprile, data entro la quale supererà la soglia dei 500 azionisti.

La Sec impone infatti alle società con oltre 500 azionisti di comunicare pubblicamente le informazioni finanziarie

 

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