Le Olimpiadi di Londra 2012 sono ormai in pieno svolgimento, anzi già quasi alla fine dal momento che domenica 12 termineranno of course con la maratona maschile.
La cerimonia di apertura è stata nondimeno sfarzosa, a tal proposito e en passant diciamo che il solo logo, con ovvio studio dello stesso, è costato qualcosa come 400mila sterline, ossia quasi 600mila euro.
Il logo poi è stato ferocemente attaccato, perché somiglia straordinariamente ad una fellatio di Lisa a Bart Simpson. Tornando alla cerimonia, è stata veramente ben fatta, e ha raccontato, con grande profusione di attori e costumi, la storia della Britannia prima e del Regno Unito poi.
Particolarmente riuscita e suggestiva è stato il richiamo alla Rivoluzione Industriale. All’interno della stessa è stato presentato come “inventore di Internet” sir Tim Berners-Lee. A rigore, come ben sapete, Berners-Lee non ha inventato Internet, che ha avuto la sua genesi in ambito militare Usa, ma a lui è dovuto il www il protocollo di condivisione che fu sperimentato per la prima volta, sul finire dei ruggenti anni ’80, al CERN di Ginevra, come ormai saprà ogni attento lettore di Dan Brown, che non manca di sottolineare la cosa, pur non citando Berners-Lee nel libro Angeli e Demoni, quello dove compare per la prima volta Robert Langdon, in questa avventura insieme alla bella scienziata italiana Vittoria Vetra.
Se adesso possiamo sapere in tempo reale chi ha vinto una gara è perché lì c’è qualche giornalista o tifosa che condivide il risultato su Facebook, Twitter o sul sito personale.
Niente di tutto ciò sarebbe stato possibile senza il protocollo di Tim Berners-Lee.
Per cui ringraziatelo quando vede sulla bacheca o sul diario qualcuno che ha scritto ORO per l’Italia. Lui, davanti alla regina, si è collegato con Twitter e, semplicemente, ha condiviso questo messaggio: “Questo è per ognuno di voi”.
E di noi.