Una ricerca sui Tweet del mondo ha evidenziato, a sorpresa, una nuova geografia. Sarà la prossima cartina Geopolitica?

I dati e i tweet di Twitter, più ancora di ciò che c’è su Facebook, sono stati spesso utilizzati, con un certo successo, al fine di prevedere elezioni politiche in quasi tutto il globo, per monitorare le influenze e anche i “terremoti” finanziari.

Questi esperimenti, dicevo, non sono andati affatto male.
In questa monumentale raccolta di dati mancava una statistica di tipo geografica che indicasse i paesi di provenienza.

Mancanza che è stata colmata da uno studio condotto dall’Oxford Internet Institute ha permesso di dare una occhiata alla geografia dei tweet.

L’analisi è stata fatta prendendo in considerazione l’arco temporale compreso tra il 5 e il 13 Marzo 2012 e su 4,5 milioni circa di tweet inviati. Ebbene? Una certa sorpresa c’è stata eccome. Dopo gli Usa, cosa prevedibile per popolazione e digitalizzazione, si sono piazzati ben quattro paesi emergenti: Brasile, Indonesia, Messico e Malesia. Il Regno Unito si piazza al quarto posto in mezzo agli emergenti.

 

Una conferma della libertà che il web consente nonché la bontà di Twitter come piattaforma privilegiata per chi si sente di serie B, anzi no, per chi si trova, suo malgrado, in serie B e vuole dimostrare di non esserlo.
Attenzione però, i ricercatori avvertono che lo studio è relativo solo ai tweet georeferenziati, che nel complesso rappresentano circa l’1% dei messaggi inviati.
Pertanto possiamo dire, con una approssimazione da prendere con le pinze, che sull’1% dei tweet pesano eccome alcuni paesi emergenti come quelli già citati.

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