Può l’Agcom bypassare il Parlamento

Passano i Presidenti ma non la voglia di mettere un qualche freno alla libertà del web.agcom
Se Calabrò aveva ravvisato delle incongruenze, il suo successore Marcello Cardani sembra intenzionato a portare avanti la battaglia.

Ecco perché è in atto una petizione atta a rendere edotti della situazione le Istituzioni (Camera e Senato) e a chiedere altresì alla stessa autorità garante massima riflessione sull’opportunità o meno di emanare un “nuovo” Regolamento su web e diritto d’autore che darebbe la possibilità all’AGCOM di rimuovere contenuti dal web senza l’intervento della magistratura e senza una normativa di copertura da parte del Parlamento.

La cosa, come detto non è affatto una novità, ma, come si può leggere all’interno della lettera alle Istituzioni

il precedente presidente dell’Autorità, Corrado Calabrò, ad archiviare siffatto Regolamento sulla base, tra le altre, delle molteplici perplessità espresse dalla Commissione europea sul testo proposto e della mancata adozione da parte del Legislatore di una revisione del quadro normativo, a partire dalla stessa legge che tutela il Diritto d’autore.

Qualora i sommari resoconti emersi a valle di un Suo incontro con, tra l’altro, un rappresentante di Confindustria Sistema Cultura, trovassero conferma, dovremmo presumere che, evidentemente, in qualità di nuovo Presidente, Ella non ritiene che il Parlamento debba occuparsi della vicenda e pretende che l’Autorità si sostituisca ad esso.

Le scriventi Associazioni sono da sempre strenue sostenitrici della stretta legalità e si impegnano quotidianamente per far sì che questo avvenga anche nel mercato dei contenuti digitali.

L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, sebbene più volte sollecitata in tal senso anche da Associazioni sottoscrittrici della presente lettera, non ha tuttavia ancora effettuato alcuno Studio indipendente sui cd danni da pirateria digitale nel nostro Paese, come invece effettuato di recente dalla Commissione Europea attraverso il Joint Research Centre.

La Commissione  ha esaminato nel dettaglio il settore che la stessa Autorità intende regolare con risultati a dir poco in controtendenza rispetto alle tesi promosse dai detentori dei diritti d’autore.

La stessa Autorità non sembra inoltre aver adeguatamente valutato nel merito il costo per i conti pubblici derivante dall’istituzione di un procedimento di risoluzione delle controversie interno alla stessa Autorità che dovrebbe probabilmente trattare migliaia di casi, in un momento cosi deficitario per le stesse risorse pubbliche.

Oltre alla carenza di legittimazione in capo all’Autorità e ai rischi da più parti ampiamente documentati circa gli effetti deleteri sulla libertà d’espressione in Rete e sugli utenti, l’emanando Regolamento appare pertanto inficiato dalla assoluta carenza di una preventiva analisi di impatto in termini di costi e benefici, cosa che una Autorità indipendente come l’AGCOM non può e non deve permettersi.

Tutto ciò premesso e considerato, le scriventi Associazioni ed i singoli firmatari chiedono al Presidente ed al Consiglio dell’ Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni:

 

 

 

a)        se sia vero che il Presidente Cardani abbia recentemente incontrato sul tema i rappresentanti delle Associazioni dei titolari dei diritti d’autore e, in caso di risposta affermativa, chiedono che venga reso pubblico, in forma integrale, il verbale redatto.

 

b)       di rispettare il ruolo del Parlamento e di non procedere in assenza della determinazione del solo organo deputato ad assumere decisioni in una materia così delicata, il cui impatto sulla libera circolazione delle informazioni e dei contenuti è di tutta evidenza.

 

c)      di voler sentire in una Audizione pubblica, le sottoscritte Associazioni, nel termine di 15 giorni dal ricevimento della presente, al fine di raccogliere elementi utili alla valutazione dell’opportunità di procedere all’adozione del suddetto regolamento.

 

Per l’attuale presidente, Marcello Cardani, l’Agcom ha piena autorità di deliberare e di non dover attendere una misura dal Governo o una revisione della normativa sul copyright da parte del Parlamento.

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