Google e il posizionamento. Un po’ di tempo fa feci una breve, e inesaustiva, analisi su come Big G reagisse a eventi molto importanti.
Nel mio caso si trattò di vedere l’evoluzione di alcune keyword legate a Mario Monti, nei giorni della sua investitura a premier e poi a distanza di qualche settimana.
Adesso vi voglio parlare di un altro case history. Parola chiave (stringa per la verità): Inferno di Dan Brown.
Il blog, che non cito, tratta quasi esclusivamente di libri, centinaia e centinaia di post riguardanti autori e libri, con curiosità e statistiche interessanti (e anche creative) sugli stessi.
Bene, il blog di questo amico, il 9 Maggio, era in prima pagina 4-5° posizione. E i risultati erano 1.010.000
Oggi, 20 maggio, il blog si trova in 15esima pagina. Con 2.510.000 risultati.
In non pochi casi, siti e blog che precedono quello del mio amico si limitano a fornire la sinossi che è stata messa in giro. Vero è che si tratta di siti con trust più elevato, ma non si parlava di freschezza e originalità dei contenuti? E allora?
Vero è che sorte analoga è toccata ad altri che erano in prima pagina e anche loro adesso sono molto, molto indietro.
Il punto è che si penalizzano dei blog che parlano quotidianamente e costantemente di libri e si privilegiano siti e portali che piazzano lì la notizia del libro, perché fa fico e –boom- scavalcano chi si sbatte per dire la propria e fornire qualità alla Rete.
E per ciò che concerne la qualità, si può notare che galleggia, tra la prima e la seconda pagine, Yahoo! Answers, noto più come generatore di rumore che come reale e riconosciuto canale di informazioni.
Ecco, sono queste situazioni che mi fanno pensare che Google, alla fine, fa un po’ a modo suo, che non gli interessi più tanto informare quanto pubblicizzare e tenda a privilegiare i big.
E tu, amico SEO, che mi dici?