Tra le parole più hot dei prossimi mesi ci sarà di sicuro il concetto di Personal Branding. Ma cos’è?
Il nuovo oracolo alessandrino, Wikipedia, recita, grosso modo, “Il Personal Branding è l’arte di vendere se stessi con modalità simili a quanto avviene con altri prodotti commerciali. A differenza di altre discipline di miglioramento personale, il personal branding suggerisce di concentrarsi oltre che sul valore anche sulle modalità di promozione”.
Per altri, e intendo Luigi Centenaro e Tommaso Sorchiotti, “fare Personal Branding significa impostare una strategia per individuare o definire i tuoi punti di forza e comunicare in maniera efficace cosa sai fare, come lo sai fare e perché gli altri dovrebbero sceglierti”.
Sempre li siamo.
In giro è tutto un fiorire di regole, decaloghi, istruzioni, suggerimenti e passi da compiere per fare del Personal Branding cazzuto.
Ebbene, anche non vogliamo dire la nostra; la diremo a modo nostro, come abbiamo già fatto qualche volta in passato, con pochi e semplici consigli, niente di chissacchè innovativo.
Il corollario da tenere presente è:
“Che si parli di me, nel bene o nel male, purchè se ne parli.”
Se la pensate così potete anche evitare di perder tempo continuando a leggere il post.
La cosa poteva andar bene ai tempi di Wilde o del Circo Barnum, ma non nel…
2013!!
Di te si deve parlare bene e basta (appunto per ricordarmi la gestione degli errori)
- Conta le tue ricchezze. Prendo in prestito il titolo al grande formatore e motivatore Og Mandino. Se vuoi fare del buon Personal Branding devi essere onesto, valutarti correttamente e obiettivamente.
- Le 5 P del Personal Branding. Sono le solite: Prodotto (le tue competenze), Prezzo, Promozione, Planning. E la quinta P? E quella di Seth Godin, la P di Purple Cow, la mucca viola. Perché, se vuoi emergere devi distinguerti dalla massa.
- Ascolto attivo. E’ la parte più difficile, ma anche quella più stimolante per migliorare. Sinchè avrai solo feedback positivi sentirai di aver fatto tutto bene.
Ma quando arriva una critica feroce? Che si fa? La si ignora o si lavora sulla stessa? Il consiglio è di lavorare di più e alacremente sui riscontri negativi.
Particolare importanza deve essere poi data alla gestione dell’errore. Se hai commesso una “cappellata” è meglio dirlo e spiegare sinceramente l’errore che usare l’approccio old style di MENTIRE MENTIRE MENTIRE. Il Personal Branding ha delle regole diverse dalle usuali. Ed è bene saperle e applicarle.