In futuro (o già adesso?) si parlerà di Digital Stress?

digital_stressUna ricerca di Google, riferita al 2012, evidenzia che l’80% dei possessori americani di smartphone non è mai uscito di casa senza lo stesso.

Ci sono gli estremi per parlare di stress digitale o, per dirla all’americana di digital stress.

Negli anni a venire, l’uomo si troverà a confrontarsi con disturbi legati alle nuove tecnologie, come del resto è avvenuto in ogni passaggio epocale.

Insorsero o no nuovi disturbi durante l’era industriale? E come reagirono gli esseri umani dinanzi a una fredda catena di montaggio (cosa che peraltro ancora succede).

Quante persone hanno subito danni dalla rivoluzione elettrica? Niente di nuovo, quindi.

Ma neanche da sottovalutare.

C’è poi un aspetto nuovo. Non si tratta solo di chi usa massivamente smartphone, tablet et similaria, ma anche di chi li subisce passivamente mentre viaggia, mentre si trova in un momento di svago o mentre lavora.

Queste persone sono infastidite, sul treno, in vacanza, sul luogo di lavoro, a teatro, al ristorante, durante una battuta di caccia da chi è affetto dalla sindrome detta FOMO, vale a dire Fear of missing out, la paura di essere tagliati fuori, di non sapere in real time qualcosa di importante; a questa FOMO si aggiunge un’altra smania (o mania?), quella del cheking habit, l’azione che ci porta a controllare, continuamente e-mail, notifiche, messaggi, condivisioni. 

Nessuno ne è immune, colpisce tanto l’imprenditore quanto lo sfaccendato, causando disturbi quali stati d’ansia, emicranie, deficit di attenzione e così via.

Magari mentre leggete questo state pensando di cercare su Google FOMO, ma è un pensiero che magari dopo non avrete più, perché sarà stato sostituito da uno più impellente: avete visto una notifica su Facebook e volete sapere cosa a scritto Tizius. Niente di preoccupante, ma non fatelo troppo spesso.

Negli Usa è nato un movimento Slow Tech che aiuterebbe a staccare la spina, o perlomeno a vivere meglio l’invasione massiva del digitale nella nostra vita.

Il paradosso è che dovremmo usare la Rete (informarci sul movimento e sulle linee guida) per disintossicarci dalla Rete.

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