No, non è una considerazione da fuori di testa, ma è ciò che sta avvenendo nella frontiera del marketing strategico e della pubblicità per massimizzare i profitti delle aziende, minimizzare le perdite e creare valore. Per chi ne sapesse di SWOT analysis, ma non ne ricordasse in questo momento i cardini, potremmo chiarire che la SWOT analysis è uno strumento di analisi dell’ambiente finalizzato alla definizione delle migliori strategie di marketing in risposta ai punti di forza e di debolezza di un’azienda (S sta per Strenght points, W sta per weakness points) e alle condizioni del mercato (O sta per opportunità, da opportunities; T sta per minacce, da threats).
Ecco, agli studiosi del marketing e a chi il marketing lo applica quotidianamente nella propria azienda è stato sempre detto di identificare i punti di debolezza aziendali o le minacce provenienti dal mercato e trasformare tutto ciò in punti di forza e opportunità. Ed è proprio ciò che sta avvenendo con il fenomeno del cambio merce pubblicitario: la trasformazione del magazzino di un’azienda e quindi delle eccedenze di prodotto, da sempre punto di debolezza interno, in opportunità di mercato e punto di forza aziendale, nel momento in cui lo scambio prodotto eccedente-pubblicità permette alle aziende di usufruire di servizi pubblicitari a costo zero, in un periodo, oltretutto, di scarsa liquidità. Sono tanti i vantaggi del cambio merce pubblicitario ma questo sembra essere il più rilevante.
A chi conviene il cambio merce pubblicitario?
Quale azienda potrebbe realmente avvantagiarsi di questo sistema? Chi valuta il valore della merce eccedente e del corrispettivo pubblicitario?
Sono tutte questioni collegate tra loro e da esaminare prima di scegliere cosa valga la pena fare e cosa no. Naturalmente, da manager, partirei dalla considerazione: spingere i prodotti di magazzino con iniziative promozionali mi frutterebbe più che cedere tali prodotti in cambio di servizi pubblicitari lasciando ad altri la possibilità di sottostimare il mio magazzino? O ancora: ho necessità di investire in pubblicità magari per lanciare un prodotto nuovo o un’iniziativa ma non ho la liquidità necessaria?
La risposta a simili domande ogni manager la possiederà sulla base dei propri report di controllo sulle strategie di marketing adottate, sul ciclo di vita del prodotto, sul bilancio. In presenza di certe caratterstiche della propria reportistica di controllo, dunque, egli potrà valutare l’opzione cambio merce pubblicitario.
Quando conviene?
Cosa andare a valutare in effetti?
1) Ho sovraprodotto ai fini di un approvvigionamento più conveniente, e quindi ho l’esigenza di smaltire eccedenze di magazzino?
2) Non ho possibilità di accedere a ulteriori linee di credito poiché ho debiti da sanare, ragion per cui devo trovare nuovi modi per autofinanziarmi?
3) Le eccedenze di prodotto mi determinano un valore fiscale elevato del magazzino, tale da inficiare il mio utile dal punto di vista fiscale?
4) Ho investito nel lancio di un nuovo prodotto/servizio ma necessito di capitali per accompagnare il lancio con l’adeguata spinta pubblicitaria?
Se a tali domande non posso che rispondere affermativamente, allora forse è il caso di valutare l’opzione scambio merce pubblicitario e prendere in considerazione nel merito la proposta ricevuta, assicurandomi che la valutazione del mio magazzino sia adeguata in termini assoluti ma anche in rapporto ai servizi pubblicitari che mi vengono offerti nello scambio.
Naturalmente ogni azienda è un caso a sé. Ogni azienda avrà liquidità differenti, eccedenze di magazzino differenti, esigenze diverse. Lo scambio merce pubblicitario non è l’unico strumento di autofinanziamento. Qualche azienda potrebbe rivolgersi alle piattaforme di crowdfunding, che sono sempre più numerose, specializzate ed efficienti, e che rappresentano esse stesse ottimi canali di visibilità, di comunicazione condivisa e di pubblicità. Sta di fatto che non avremmo mai pensato di parlare del baratto come di una formula finanziaria e produttiva moderna, o di una nuova leva di marketing, e invece eccoci qua. Restiamo in attesa di feedback da parte delle aziende che hanno testato lo scambio, per avere dati sulla validità finanziaria del sistema, sulla sua praticabilità, sul tasso di diffusione nel mercato, sull’apprezzamento da parte dei suoi fruitori, sulla vita delle eccedenze di mercato una volta che e
ntrano negli store delle agenzie di pubblicità.
Insomma, restiamo in attesa di sapere se lo scambio merce pubblicitario alle aziende realmente conviene.
“