La reputazione è la cosa più importante che un uomo (o una donna) possa avere. E’ quel quid immateriale che può fare la differenza tra, che vi fa scegliere una persona piuttosto che un’altra, un prodotto anziché un altro. Girando per le librerie mi sono accorto di un libro edito da Hoepli, scritto da Luigi Centenaro, web strategist e Tommaso Sorchiotti, social media activist e precursore del microblogging in Italia, tutto incentrato ed imperniato su case history di successo di chi ha saputo fare ed usare per bene il Personal Branding.
Il libro per l’appunto ha per titolo “Personal Branding – L’arte di promuovere e vendere se stessi online”.
I due autori sono anche i curatori ed ideatori del sito web PersonalBranding.it.
Il libro è a carattere divulgativo, non è un manuale tecnico, ma una sorta di vademecum di web marketing personale. Se usiamo la definizione di Personal Branding elaborata da Robin Good from Sharewood, blogger, web strategist e fondatore di MasterNewMedia possiamo già cominciare a capire tante cose.
La definizione recita “Il personal branding è il processo con cui un individuo o un’azienda si caratterizzano in maniera unica e riconoscibile, creando un’immagine marchio che riflette fortemente una missione, una condivisione di valore e un proprio stile di comunicazione. Il successo è determinato dal livello di coerenza che esiste fra i valori di caratterizzazione del profilo e quello realmente offerti e condivisi attraverso il proprio operato.”
Ci sono tutti gli ingredienti capaci di fungere da attrattori forti per il mondo del web; si parla infatti di condivisione, ed il web è condivisione; si parla di comunicazione, ed il web è comunicazione; si parla di immagine e marchio riconoscibile, e ciò afferisce al mondo del brand e del web.
Infine il concetto più importante: coerenza tra idee ed azioni.
E’ questo il vero tesoro della reputazione e del Personal Branding, se manca la coerenza non provate nemmeno a usare il web per il Personal Branding perché finireste per peggiorare le cose.
La rete, con i suoi rumori, i suoi bisbigli, i suoi forum, diventa cassa di risonanza, amplificatore; solo che l’amplificatore, per sua stessa definizione, amplifica sia l’informazione quanto il “rumore”, che potrebbe essere un cliente insoddisfatto o una vostra mancanza.
Pertanto fate molta attenzione nella promozione online di voi stessi perché potreste avere delle brutte sorprese.
Nel libro sono poi ben enucleate le azioni che bisogna porre in essere per il Personal Branding, dall’utilizzo sapiente di Internet, ed in special modo dei social, sino all’ascolto ed al coinvolgimento dei consumatori, che diventano Prosumer, nel processo della creazione del prodotto o servizio che offro.
In altre parole il web ed i social permettono un po’ a tutti di diventare delle marche, ma per divenatre dei Personal Branding bisogna più che lodarsi e sbrodolarsi prestare attenzione all’altro. Al prosumer.
Inoltre è importante recepire che il Personal Branding è EMOZIONE, e che pertanto si nutre di storie, di sensualità (nel senso di sensi) e di un pizzico di mistero.
Grazie 🙂