Tempo di social network amici, spuntano come funghi e tutti sembrano essere interessanti anche se solo uno su 500 diventa Facebook. Girando e rigirando nei meandri del Cyberspazio (una espressione che fa molto Sigmund Baginov by Nathan Never) mi sono imbattuto in due nuovi social: Psybook (ormai il termine book viene usato un po’ ovunque a mo’ di talismano in quanto ritenuta una parola dai connotati sciamanici) e Gravity.
Una prima occhiata a Psybook ha confermato quello che poteva facilmente intuirsi e cioè di un social incentrato intorno alla psicologia.
Per il secondo, ed incorrendo in una facile “trappola mentale”, ho pensato che, se Psybook è per gli psicology allora Gravity non può che essere per astronomi ed astrofisici. E qui mi sono sbagliato.
Gravity è un social per tutti e non solo per i cervelloni che parlano tra loro di orbite, di plasma stellare fortemente ionizzato e dell’inafferabile, ed ineffabile, Bosone di Higgs.
Il termine Gravity è dovuto essenzialmente al gravitare, ecco qui la genesi termine Gravity, degli orbiter (gli utenti iscritti al social) attorno a delle convos (che specifica un insieme di discussioni) all’interno di un singolo world (che tratteggia e definisce una macrocategoria).
Per cominciare e per trovare nuovi amici fra i nostri contatti basta agganciarsi a Facebook o a Twitter e da lì iniziare a creare il proprio network. Con Gravity si possono esplorare nuovi mondi e partecipare alle convos raggruppate nei diversi temi, leggere ciò che hanno scritto gli altri anche senza essere iscritto e quindi senza essere un orbiter. E quando sarete stanchi di orbitare basta cliccare su Googbye e…voilà, si è fuori.
Psybook al di là del nome accattivante non avrà lunga vita né crescerà più di tanto in quanto senbra un clone di un bel blog di psicologia. Quando alcuni social, come Psybook o Beutiful People, sono rivolti a determinate categorie e, più che aiutare nella socializzazione, escludono a priori allora il termine social sembra anche essere usato impropriamente.
Psybook ha l’obiettivo primario di mettere in comunicazione gli studenti di psicologia (sembrano esclusi anche gli ex studenti ed i laureati) e di offrire una piattaforma fortemente orientata ad aiutare gli utenti negli studi di psicologia con particolare riferimento alla condivisione delle esperienze degli utenti stessi.
Ma tutto ciò è molto diverso da un blog di studenti di psicologia dell’università tal dei tali o da un qualunque forum tematico animato dagli studenti della facoltà di Psicologia di bla bla?
Certo che no, le differenze ci sono ma sono sfumate.
Gravity e Psybook sono due social che difficilmente passeranno alla Storia, ma per adesso ci sono ed è doveroso parlarne.