Forse la domanda più corretta serebbe stata: “Quanto vale economicamente il rapporto con Gheddafi per l’impresa Italiana?” oppure “Quanti soldi sono entrati in Italia per le umiliazioni che ha dovuto subire il popolo nelle visite di Gheddafi?”.
I giudizi dell’ultima visita del Leader Libico, nel nostro bel Paese, sono molteplici. Ma pochi hanno digerito, davvero, le bizzarre abitudini del dittatore Gheddafi. Purtroppo, i soldi, a volte giustificano anche comportamenti poco ortodossi e di un indubbio cattivo gusto. Quello che mi ha maggiormente indignato è stata la “lezione” di islam alle donne Italiane. Erano presenti un centinaio di donne portate A PAGAMENTO da un’azgenzie di modelle. La cosa buffa e divertente è che tre di loro hanno anche ammesso di essersi convertite all’islam.
Comunque, parliamo di economia. Vediamo quanto valgono economicamente gli accordi Italia – libia.
Due anni fa L’Italia e la Libia hanno firmato, a Bengasi, un trattato di amicizia che ha chiuso un lungo e difficile contenzioso coloniale, con solenni ammissioni di colpa da parte di Berlusconi ( cosa non farebbe per gli accordi economici ). Da allora la Libia è diventata uno dei mercati preferiti degli investitori delle grandi aziende italiane, dal petrolio alla ristorazione, dagli hotel ai film, dagli elicotteri alle banche. L’accordo tra i due paesi oltre che economico è di tipo sociale infatti permette all’Italia di rispedire in Libia i clandestini che vengono da quel paese.
Gheddafi e l’intera Libia ha ingenti capitali da investire all’estero e vorrebbe farlo anche in Italia. I numeri sono da capogiro. Infatti, La Libia ha circa 150 miliardi di dollari in valuta estera da investire ( 24 mila dollari per ogni cittadino Libico, noi in Italia i cittadini hanno un enorme debito procapite ). Vediamo in quali società già sono presenti capitali libici:
- Unicredit. La Libia ha una quota del 7% del gruppo bancario Unicredit. ( 2,1 del fondo sovrano Libyan e 4,98 della banca centrale libica).
- Mediobanca. La Libia ha annunciato di creare un fondo congiunto di 500 milioni di dollari con Mediobanca, per investire nelle imprese italiane in difficoltà
- Enel. La libia vorrebbe partecipare alla quotazione in borsa della Enel Green Power, la parte del gruppo che si occupa di energie rinnovabili.
- Telecom italia. La libia voleva acquistare quote dell’azienda italiana ma non hanno trovato l’accordo. Per contro la Gptitc ( Libyan Post telecomunications and Information technology) possiede il 14,8% dell’Italiana Retelit.
- Eni. La Libia è interessata all’acquisto di quote dell’Eni, che è già molto presente nel loro Paese.
- Fiat. nella storia la Libia ha spesso acquistato quote della Fiat attraverso la Lafico (Libyan Arab Foreign Investment Company) fino ad arrivare al 15% nel 77. Oggi detiene circa il 2%.
- Calcio. La Lafico possiede anche il 7,5% delle azioni della Juventus. Il figlio di Gheddafi è stato nel consiglio di amministarzione della Juve, e ha giocato nel Perugia e nell’Udinese.
- Capitalia. La Lybian Arab Foreign Bank aveva il 2,58% di Capitalia, prima della fusione con UniCredit. Geronzi disse che la Libia è stato il miglior azionista che abbia mai avuto.
- Tessile. La Lafico ha il 21,7% del gruppo Olcese.
- Finmeccanica. Nel 2009 è stato firmato un accordo di collaborazione tra Finmeccanica e la Libia nel settore aerospaziale, dell’elettronica, dei trasporti e dell’energia per progetti in Medio Oriente e Africa
Esistono anche altri “affari in corso” o “affari” non andati a buon fine, ma è certo che la Libia ha investito enormi capitali nelle aziende italiane e ha intenzione di investirne tanti altri.
Purtroppo, anche se eticamente non è bello, l’Italia politica si è abbassata, per ragioni economiche ( posti di lavoro e benessere per l’Italia) ai vizi e agli assurdi comportamenti di Gheddafi.
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