Se volessimo condensare in una parola il 2010 con molta probabilità quella parola sarebbe del genere wiki che tanto piace agli amanti del Web 2.0: Wikileaks, la rivincita dei nerd e dei geek sulla ipocrisia dei politici, dei militari e dei banchieri.
La parolina per contrassegnare l’Italia del 2010 invece potrebbe essere Dossier.
In ogni caso trattasi di un tipo di trasparenza e di violazione della privacy cui non eravamo e non siamo abituati.
Se portiamo le leaks e i dossier nel mondo del web allora diventa lampante l’importanza per le aziende di dotarsi di uno verso possibili attacchi alla reputazione della stessa. Nel 2011 non poche aziende dovranno dotarsi di un esperto di Web Reputation un manager della reputazione aziendale.
Il web reputation manager avrà il compito di pattugliare e scandagliare la rete, un esperto in grado di ascoltare il battito della rete, di raccogliere gran parte del chiacchiericcio sulla impresa e in caso di “gossip negativo” intraprendere delle adeguate contromisure.
In che modo? Dimenticate i vecchi metodi da gangster delle multinazionali pre-web, ossia intimidazioni a istituzioni e governi, quando non corruzione degli stessi; qualcuno ha già provato a usare la forza con il web: i consumatori non hanno gradito, anzi.
Si può cancellare forzare la cancellazione di un commento, ma come la mettiamo con chi quel commento l’ha scaricato e soprattutto lo condivide umanamente ed elettronicamente?
Nei casi peggiori la migliore politica che un web reputation manager potrà e dovrà adottare sarà la politica della sincerità: è già accaduto, e di prosumers, i consumatori del mondo 2.0 preferiscono le scuse sincere alle bugie. La grande multinazionale dovrà necessariamente dotarsi di un team di esperti in web reputation manager, ma anche la piccola e media impresa che si affaccia dovrà giocoforza tener conto di quello che pensano e dicono di lei.
Una recente ricerca effettuata da Kelly Services, una primaria azienda americana operante nell’ ambito risorse umane, ha messo in evidenza che quasi il 90% degli italiani considera la reputazione aziendale come fattore determinante nella scelta di un prodotto.
L’azione del web reputation manager non è assolutamente disgiunta dall’azione del web marketing e degli esperti di marketing al tempo del web 2.0. Un’azione che anziché una trasmissione d’informazione dall’azienda al consumatore è un dialogo tra azienda e consumatore.
E tu? Ce l’hai un web reputation manager?
Ciao, articolo molto interessante, da poco seguo le tematiche dei social network e della ricerca del lavoro . A tal proposito ho aperto il blog Lavori con noi 2.0. Il punto di partenza è l’attuale contesto del mercato del lavoro dove, partendo dall’assunto che i processi di candidatura, ricerca, selezione del lavoro…non possono prescindere dai nuovi paradigmi scaturiti dall’avvento dei network relazionali il blog cerca di dareuna serie di suggerimenti, recensioni, esperienze e tutto quanto possa essere utile a traguardare una candidatura di successo..
Ho postato oggi delle statistiche e riflessioni riguardo l’utilizzo dei social network quali facebook, linkedin,viadeo, etc. da parte sia dei selezionatori del personale che dei candidati.
Mi farebbe piacere raccogliere dei feedback,il blog è aperto ai commenti. Intanto se volete visitare il blog per avere un idea a riguardo il link è
http://www.lavoriconnoi.com
Buon weekend
Grazie
Andrea