Mark Zuckerberg novello Cristoforo Colombo o Marco Polo alla ricerca di nuove terre vergini da esplorare?
Il che, tradotto nel linguaggio commerciale, significano nuove quote di mercato e nuovi clienti, atteso che anche Cristoforo Colombo e Marco Polo andarono in cerca di nuovi sbocchi commerciali.
Zio Zuck ed i suoi stanno pensando ad una lunga marcia di avvicinamento (e di aggressione) alla Cina; una logica tutt’altro che peregrina dal momento che gli utenti potenziali si calcolano in decine di migliaia, non si può chiudere la porta in faccia a 1.6 miliardi di potenziali “clienti”.
La lunga marcia è iniziata e prevede un accordo di collaborazione con Baidu, il motore chiamato il Google Cinese.
Tutto bello, direte? Ed invece esistono non poche perplessità sulla bontà e sulla riuscita dell’operazione.
Perché? Sicuramente perché i social non sono molto amati da governi (o regimi) che sono abituati a controllare il flusso delle informazioni.
Il governo cinese ha bloccato Facebook negli ultimi anni e, a quanto mi è dato sapere, non sembra minimamente intenzionato fare un passo indietro e ad accogliere il network a braccia aperte, né è pensabile che baidu voglia sfidare l’establishment solo per fare un favore a zio Zuck.
Come se non bastasse, i rapporti tra la Cina e gli Usa sono, dall’inizio della crisi del 2008, diventati di colpo più tesi. Un esempio? Recentemente il Governo di Pechino ha bacchettato sulla finanza i regnanti di Washington chiedendo “misure responsabili per proteggere gli interessi degli investitori”, cioè dei cinesi stessi, giova a tal proposito ricordare che i cinesi hanno in portafoglio 11 mila 114 miliardi di dollari in titoli del Tesoro americano.
La Rete è libera direte, ed avete ragione, ma se provate a sommare solo questi fattori, anche non tenendo conto di tanti altri che pure concorrono, vi renderete facilmente conto che la lunga marcia di Mark Zuckerberg nei territori del Cathay non nasce sotto una buona stella.
Facebook, dal canto suo, non vuole compromessi per quanto riguarda il proprio piano commerciale.
Baidu è l’unico partner ad aver accettato, a quanto pare, l’idea che Facebook entrerà in Cina connesso a tutto il resto del mondo, senza “sandbox”.
La protezione degli utenti stranieri verrebbe affidata ad un pop-up che avviserà chiunque si connetta ad un profilo cinese che il governo sta monitorando tutto quello che dice.
Verranno accettate tutte le censure dei contenuti che la Cina ritiene necessaria, con la giustificazione che lo stesso accade in paesi definiti democratici come Germania ed Italia. Già, anche in Italia.