Può un sito internet influire sulle nostre scelte, veicolando o facendo sorgere nuovi bisogni durante la nostra navigazione?
La teoria è interessante, sto su un sito e mi vengo fornite delle notizie che hanno una qualche attinenza con il sito in esame e, presumibilmente, con qualcosa che mi interessa.
Si comincia a parlare di web marketing persuasivo, sviluppato tramite la personalizzazione del sito Web, dei pop-up e dei messaggi all’utente.
La tecnica, che somiglia tanto alle dinamiche del Marketing persuasivo “off-line”, non sempre ottiene il successo sperato sul web.
Uno studio dell’Università di Groningen (Olanda), recentemente pubblicato sul British Journal of Health Psychology, è incentrato proprio sulla personalizzazione dei siti Web.
L’esperimento si è svolto selezionando una parte di utenti ed orientando la ricerca al tema “smettere di fumare”.
Cos’è venuto fuori? Dalla ricerca è emerso che, a parità di “ambiente Web” nonostante la personalizzazione dei messaggi che spingevano alla cura del vizio di fumare, i banner e i messaggi ad-hoc non hanno funzionato come si sperava.
O meglio hanno funzionato nei soggetti che aveva già una certa propensione a smettere di fumare mentre è stato deleterio per chi aveva una bassa voglia di smettere di fumare. Per questi ultimi è risultato più persuasivo un sito web non personalizzato.
Quindi per chi ha poca voglia, poco desiderio può essere più efficace un messaggio meno incisivo.
Lo studio evidenzia come non sempre la personalizzazione delle offerte e dei siti Web, tarati sulle preferenze dell’utente, porta ai benefici sperati. Una lezione da tenere in mente qualora si voglia fare del marketing persuasivo.
La ricerca induce a riflettere sull’importanza, durante lo sviluppo di siti dinamici ed e-commerce, di effettuare dei test delle funzionalità direttamente sul target di riferimento.