Può essere il social manager considerato a tutti gli effetti se non un manager un vero è proprio professionista?
La domanda non è affatto ironica e niente affatto banale in un paese come l’Italia profondamente conformista e piena all’inverosimile di ordini e albi, retaggio della retorica e del modo di governare di Mussolini.
Ai professionisti del social media management sta succedendo quello che è già successo ai pubblicitari classici alcune decadi fa.
Eppure il lavoro di social media manager non solo non è il cazzeggio che crede chi non sa.
Già, perché dire che si lavora nel web marketing e più in particolare nel social media marketing attira delle strane occhiate.
Eccolo qua il bimbominkia un po’ troppo cresciuto che gioca con Facebook e Twitter spacciandolo per lavoro; oppure ecco qui il nerd non troppo nerd per essere ammesso tra i nerd che cerca di riciclarsi tra i pubblicitari.
In realtà, come abbiamo già visto in altre situazioni, il lavoro del social media manager assumerà sempre più importanza andando perlomeno in pari con la crescita del commercio online che sempre più andrà a erodere quote di mercato al commercio “tradizionale”.
Non solo è un lavoro a tutti gli effetti, ma è nondimeno molto complicato dal momento che non esiste una guida né una scuola, in genere si va per tentativi dando sfogo alla creatività e all’intuito.
Ovvio che non si può precedere sempre e solo per tentativi, ma state pur certi che non c’è scuola o libro che vi aiuti a diventare dei provetti social media manager.
E prima o poi la gente smetterà di pensare che detto lavoro consista nel dare una sbirciatina alle foto su Facebook