Affideresti la tua impresa e la tua reputazione nelle mani di uno stagista inesperto che sarà lontano da te e dal tuo business in capo a sei mesi o al più un anno?
Se rispondi sì puoi anche risparmiati di leggere i bit seguenti.
Se rispondi no, allora ti chiedo: “Hai mai pensato di assumere uno stagista solo per farti popolare la pagina fan su facebook, il profilo Twitter o il profilo LinkedIn?”
Molte imprese, pur cominciando a riconoscere l’importanza di un buon lavoro sui social, preferiscono rivolgersi a persone senza troppa esperienza.
Un approccio del genere avrebbe potuto essere efficace nel 2009 non già nel 2013.
Basta un errore da principianti per finire sulle cronache nazionali
Gli stagisti e i neo assunti senza esperienza porteranno di sicuro grande energia e creatività, ma potrebbero anche commettere, per inesperienza, errori da principianti.
Quasi ogni giorno, anche brand famosi, incappano in qualche scivolone più. Quindi, l’idea di fondo sarebbe quella di affiancare a un “novellino” una persona “esperta”.
Esperta di cosa? Fondamentalmente di comunicazione, con particolare riferimento alle nuove modalità di comunicazione. E’ importante capire che lavorare sui social media è una cosa che va oltre il semplice e a volte compulsivo aggiornamento di status e foto.
Il social media manager deve saper leggere le statistiche e occuparsi anche di stilare analisi, report e metriche sul lungo periodo.
Ecco perché è perdente la strategia di pensare i social media (non manager, ma stagisti) come semplici ingranaggi.
Per certi versi lo sono anche, ma si occupano di una compito strategico per te e per il tuo business: sono la tua vetrina sul mondo. La gente vede in te quello che loro postano e non quello che sei.
Hai un buon prodotto, ma sei scorbutico, suscettibile e irascibile; secondo te hai futuro in un mondo, quello digitale, che ha la spiacevole (o piacevole) abitudine di memorizzare e archiviare tutto.
Pensa. E’ gratis.