Uno dei capitoli del libro-cult Wikinomics. La collaborazione di massa che sta cambiando il mondo, scritto dal duo Don Tapscott ed Anthony D. Williams s’intitola I nuovi alessandrini. Con una chiara e palese allusione alla Biblioteca di Alessandria d’Egitto.
Per diversi secoli la Biblioteca di Alessandria è stata meta di studiosi e filosofi.
In quel luogo Euclide pensò Gli Elementi.
Ad Alessandria d’Egitto Aristarco scoprì che la Terra girava intorno al Sole.
Si favoleggia di antichi e preziosissimi testi irrimediabilmente perduti tra incendi e fanatismi religiosi. Adesso la nuova biblioteca è sul web. Il pensiero corre immediatamente a Wikipedia, l’enciclopedia collettiva che, in virtù di un continuo feedback, va sempre più affinandosi, al punto da avere un tasso di errore più basso dell’Enciclopedia Britannica.
Ma non c’è solo Wikipedia.
I forum tematici sono animati da autentici esperti.
I blog sono scritti da persone appassionate che, grazie alla rete, possono condividere le loro idee e le loro competenze. Sempre più spesso gli utenti pongono domande e cercano risposte da altri utenti della rete. La forte diffusione di domande di ogni genere e argomento, e la necessità di risposte che siano esaurienti e competenti, sta conoscendo anche in Italia un grande crescita.
Yahoo! e Virgilio hanno già attivato servizi quali yahoo answear e virgilio genio per andare incontro alle esigenze di domande e risposte in rete.
Google, il motore che è tutti i motori, ha invece scelto di comprare, per circa 50 milioni di dollari, Aardvark, con l’obiettivo che lo stesso faccia da trait d’union tra chi pone le domande e chi ha le risposte.
Google ha a disposizione una infinità di informazioni, ma non sempre è agevole e semplice collegare la risposta alla domanda. O perlomeno una risposta soddisfacente.
Invece la soluzione semantica proveniente dalle community genera risposte di qualità, permettendo in tal modo a Google di migliorare ulteriormente la forza delle proprie SERP.
Il sito acquistato, Aardvark, ha oltre 90.000 utenti registrati. Di questi, oltre la metà, fonti parlano del 55,9%, ha creato dei contenuti sotto forma di domande o risposte. In media vengono poste circa 3.150 domande al giorno. Un altro dato rilevante è rappresentato dall’evidenza sperimentale che pone in evidenza come gli utenti che interagiscono via mobile sembrano essere più attivi e veloci rispetto a quelli via desktop.
Una percentuale vicina all’87% delle domande ottiene una risposta, ed il 60% di esse riceve una risposta nel giro di 10 minuti. Il tempo media di risposta si aggira intorno ai 6 minuti e 37 secondi. Non male vero?
Una cosa va però ribadita. Se qualche studente universitario di fisica prova a cliccare su Wikipedia nomi quali Lev Davidovič Landau oppure Edward Witten rimarrà deluso dalla pochezza dei dati.
Eppure Landau è stato un fisico, premio Nobel, grandissimo ed uno dei più completi di sempre mentre Edward Witten è, con molta probabilità, il fisico vivente più importante.
Provate un po’ a cliccare invece il nome Anna Falchi. Il web è grande, è democratico, è figlio dei tempi, è libero, ma non è ancora maturo per fornire risposte di qualità.
Le moderne tecnologie possono essere di enorme aiuto, ma se qualcuno pensa di formarsi senza sudare e senza avere anche lo spirito pionieristico della scoperta sta sbagliando, e di grosso, i suoi calcoli.