Internet e le ricerche del Ministero dell’Interno

Internet e la privacy. Un dibattito sempre aperto e ovviamente mai del tutto risolto né risolvibile. Se i Vip e gli aspiranti Vip sanno che la violazione della privacy altro non è che un effetto collaterale della loro popolarità, per le persone comuni internet può rappresentare invece un grande fratello non del tutto gradito.
Ed ecco che i profili Facebook sono ormai regolarmente usati da carabinieri ed inquirenti come piattaforma di raccolta informazioni. Faccio un esempio banale.
I Carabinieri controllando il profilo Facebook, letteralmente esploso, di Ivano Russo, il pasticciere di Avetrana conteso da Sabrina Misseri e dalle sue amiche, scoprono una foto di un suo amico in uno stato “alterato”.
Che fine farà quella foto e la considerazione degli inquirenti sul ragazzo? L’informazione verrà archiviata o sarà attenzionato come un nuovo ubriacone o drogato da tenere sotto controllo? Ecco un banale esempio di come una foto può essere lesiva, ma ne avevamo già parlato in relazione a possibili colloqui di lavoro.
I cacciatori di teste aziendali infatti grazie a Facebook e Co possono farsi una rapida idea del candidato; e sapete bene che Non avrete mai una seconda occasione di dare una prima impressione? Vero?
Ma la miniera di dati personali che, consciamente o inconsciamente, mettiamo in rete non viene usata solo da inquirenti e cacciatori di resti; questo eldorado è a disposizione anche di investigatori privati, avvocati, addetti al marketing, truffatori, spioni d’ogni risma e da gente affetta da disturbi mentali.
La famosa agenzia investigativa Miriam Tomponzi afferma di usare le risorse del web e della rete non solo per casi di infedeltà, ma più in generale per ogni tipo di investigazione.
Ma chi è che usa la rete per entrare nella vita delle persone?
In particolare chi è che usa 123 People per saperne di più su una persona?
123 People è un motore di ricerca, una star-up austriaca fondata da Russell Perry, specializzato sulle persone.
Ci colleghiamo al sito, digitiamo un nome e voilà…ecco che appaiono foto, indirizzi e-mail, pagine web e info generali sulla persona. Informazioni e foto raccolte in giro da siti, social e blog. Allora usano il motore nell’ordine: Ministero dell’Interno, Regione Toscana, Ministero della Giustizia dip. org. Giudiziaria del personale e dei servizi, San Paolo Imi s.p.a., Bnl s.p.a., Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, Infocamere, Portale Comune di Roma, Ente Regionale Marche.
Anche le banche usano la rete per raccogliere informazione e cautelarsi, nonostante le loro già onnipotenti ed opprimenti black list di cattivi pagatori.
Vi dice qualcosa la parola CRIF?

Ergo, attenzione all’uso della Rete, perché gran parte di quello che, digitalmente, facciamo poi resta memorizzato. A lungo.

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