Tempo di social amici. In non rare occasioni abbiamo parlato di social su questo blog, magnificandone le qualità e mettendone in luce i lati meno belli, più pericolosi, più ambigui. Per la prima volta però ci troviamo a parlare di un possibile default. Si fanno sempre più insistenti le voci di un possibile default di Bebo. Il nome in Italia dice poco, ma nel mondo nel Marzo del 2009 contava 22 milioni di utenti, e se pensate che Bebo, nato nel Gennaio 2005, dall’idea di due coniugi si può ben vedere che, seppur in tono minore, è stato comunque un fenomeno Web 2.0.
E se pensate che gli stessi coniugi lo cedettero dopo poco più di 3 anni, ossia nel marzo del 2008, a AOL /Time Warner per 850 milioni di dollari vi renderete conto dell’importanza di Bebo per gli internauti e per la promozione dei social network nel mondo.
A proposito di acquisizioni ricordiamo che il magnate australiano Rupert Murdoch sborsò, attraverso la sua News Corporation, nel 2005, 580 milioni di dollari statunitensi per assicurarsi MySpace che ai tempi spopolava.
Adesso anche MySpace è un po’ in perdita.
Il crepuscolo di Bebo è infatti coinciso con la crescita esponenziale di
Facebook e Twitter, che hanno saccheggiato Bebo di gran parte dei suoi utenti. AOL/Time Warner non sa più che farsene e, avendo preso coscienza di aver effettuato un investimento sbagliato, vorrebbe liberarsene.
Il punto è: “Esiste qualcuno, nel mondo liquido, frenetico, caleidoscopico del Web 2.0 tanto pazzo da comprare un network sul filo del fallimento, e con molte probabilità di andare oltre quell’esile filo?”.
La risposta è: “Difficile che qualcuno si avventuri ma, ovviamente, molto dipende anche dal prezzo. Perché gratis converrebbe!!”.
A rischiare il posto sono circa 40 dipendenti; in valore assoluto non tantissimi se pensate ad un fallimento Cementir!
Ma non è questo il punto.
Il punto è che nel Web 2.0 nessuno è al sicuro, e questa affermazione deve essere da pungolo per, ad esempio, la proprietà di MySpace o Twitter o Facebook, ma nel contempo, la velocità di ascesa in presenza di buone idee, deve essere uno stimolo per il futuro protagonista.
Il web è l’ottovolante della finanza, si sale e si scende molto velocemente. AOL, in ogni caso ci rimetterà, ma ci hanno rimesso anche i fondatori?
Fortune 500 ci aggiorna periodicamente su quali imprese entrano ed escono dalla classifica.
Qualcosa si muove, ma non alla velocità delle imprese del Web.
Laddove si nasce e si fallisce in 5 anni.
Dopo essere stati LEADER MONDIALI.
4 commenti su “Bebo sull’orlo del fallimento per colpa di Facebook e Twitter”