In un precedente post avevo narrato, in pochissime righe, la storiella di Bebo, un social che intorno al 2006 sembrava destinato a detronizzare il leader del tempo che era MySpace. MySpace fu acquistato dal magnate Murdoch, mentre per Bebo si mosse un altro colosso mica da ridere: AOL. AOL acquistò Bebo per una somma spropositata, la bellezza di 850 milioni di dollari. MySpace costò a Murdoch 580 milioni di dollari.
Per entrambe le società i social acquistati avrebbero dovuto essere il Cavallo di Troia per accedere ad un mondo nuovo, lontano dal solito core business. Un mondo nuovo, giovanile. Sconosciuto. Nel mese di Maggio avevo scritto un post laddove parlavo, per Bebo, di possibile default; un default essenzialmente dovuto alla crescita esponenziale, o simil esponenziale, di Facebook e Twitter. Si stava verificando con Bebo quello che era già accaduto con Friendster quando comparve MySpace, il passaggio da un social ad un altro più accattivante, più fashion, più glamour, più cool. Che tutti questi più non necessariamente coincidano con una “qualità” migliore è tutto da vedere e rappresenta un bel rodere il fegato. MySpace ha delle funzionalità che Facebook non ha, ma Facebook è ritenuto un must. Al contrario di MySpace. Ma torniamo a Bebo e AOL.
Nel post avevo sollevato la seguente domanda:
“Esiste qualcuno, nel mondo liquido, frenetico, caleidoscopico del Web 2.0 tanto pazzo da comprare un network sul filo del fallimento, e con molte probabilità di andare oltre quell’esile filo?”.
La risposta è: “Difficile che qualcuno si avventuri ma, ovviamente, molto dipende anche dal prezzo. Perché gratis converrebbe!!”.
Questo scrissi. Il pazzo è arrivato e si chiama Criterion Capital Partners LLC, una società californiana di investimenti privati. Quanto ha speso? I rumors indicano una somma tra i 5-10 milioni di dollari. Gratis, appunto.
Messa in altri termini AOL ha bruciato, solo nella compravendita, in poco più di 2 anni, 840-845 milioni di dollari.
Una mazzata da stendere un bue, ma AOL è un bel torello; non fallirà per questo, ma è un atterramento che lascerà il segno.
Morale della favola. Spesso capita di sentire di acquisizioni e merger tra società che offrono qualcosa di simile o complementare, ma il più delle volte trattasi di società che vogliono allargarsi in un campo promettente (i social) senza conoscerne appieno i codici e lo spirito. In questo errore è incappato Murdoch, ma anche Google e Yahoo!
Ed allora agli avventurieri ricordo una delle massime di uno dei maggiori investitori viventi: Warren Buffett: “investo solo in cose che capisco”.
Sembra lapalissiana come affermazione, ma in tanti si fanno prendere la mano, prendono abbagli o restano con il cerino acceso in mano.
2 commenti su “Compro Bebo a 850 e lo rivendo a 10, nessuno ricorda Warren Buffett…”