Dire che ormai siamo immersi nell’era dei social media è un’affermazione talmente banale da sembrare stupida.
E che un’azienda debba essere capace di sintonizzarsi sul “battito della rete” è qualcosa che ugualmente abbiamo già detto e ribadito. Come abbiamo anche affermato che ogni grande e media azienda dovrebbe dotarsi della figura del social media manager.
Ma basta l’uso sapiente di Facebook per avere la garanzia di una buona posizione, per la nostra impresa, il nostro business o l’offerta dei nostri servizi, nell’arena competitiva?
Qui va fatta qualche semplice considerazione.
Tanto per iniziare diciamo che, contrariamente alle aspettative, la radio non è morta quando la televisione è diventata di massa, anzi si può ben dire che la stessa radio sta resistendo meglio della tv all’arrivo del web.
Questo per dire che non per forza un media, o un modo di fare media, debba necessariamente soppiantarne un altro che ha dimostrato di poter funzionare.
Ritornando a noi mi viene da dire che un conto sono i social (Facebook) un altro discorso è l’advertising.
Per molti versi i social media possono essere anche più pericolosi dell’advertising, e pertanto vanno usati con la cautela riservata al materiale esplosivo.
Con la pubblicità “classica” (passatemi il termine) si cerca, perlomeno nelle intenzioni, di stimolare dei riflessi che, sempre nell’aspettativa teorica, vorremmo di tipo pavloviano.
Io ti stimolo, tu compri.
Discorso diverso con i social media, laddove c’è interazione, si chiede un apprezzamento (mi piace) ed un successivo processo di coinvolgimento (parlane con gli amici, segnale questo link, etc..).
Ovviamente sul fronte costi siamo su livelli molto diversi, e questo fa sembrare più convenienti i social. Ma non ben analizzato è il ritorno sull’investimento. Mi spiego meglio, basso investimento promozionale (social) non significa necessariamente un buon investimento, e anche qualora ci fosse nella stragrande maggioranza dei casi trattasi di spiccioli.
Preferite un ritorno del 100% su 2000 euro (social) investiti o il 20% su 100000 (pubblicità classica)?
A ciò aggiungete che con i metodi classici eviterete i commenti negativi sul vostro prodotto (vero o falso che sia qualcuno c’è sempre), in una situazione poi dove ogni tentativo di mettere “a tacere” il commento negativo non fa che amplificarlo.
Ciononostante le due modalità di promozione, quella social e quella classica, non essendo tra loro mutuamente esclusive possono ben amalgamarsi, massimizzando i punti di forza e minimizzando quelli deboli.
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