Ebbene si, MySpace ha ceduto alle lusinghe di Facebook: l’ex leader dei social network sta infatti attuando una nuova politica di rilancio dei suoi servizi online. Dopo aver stretto accordi con Twitter nel secondo semestre 2009, Rupert Murdoch ha deciso di legarsi all’attuale leader del social networking, insomma, quello che “gli ha fatto le scarpe”: Facebook.
Come? Introducendo su MySpace la nuova funzionalità che permetterà la sincronizzazione dei profili degli utenti su entrambi i social. Grazie a questa nuova funzione di MySpace, gli utenti potranno aggiornare istantaneamente i contenuti testuali e multimediali (musica, foto, video, link) istantaneamente su tutti e due i profili facebook e myspace.
Secondo le dichiarazioni ufficiali degli sviluppatori di MySpace, questa nuova funzionalità è stata creata soprattutto pensando a tutti gli artisti musicali che usano il canale di MySpace Music per presentare ufficialmente i propri brani.
Naturalmente Murdoch la sa lunga in fatto di affari, e non è un caso che si sia legando prima a Twitter, e poi successivamente a Facebook: oltre che rendere soddisfatti gli utenti ovviamente c’è anche da considerare tutto un discorso legato al business che gli accordi tra i social possono generare, soprattutto tra quelli che fanno grandi numeri.
Comunque grazie all’accordo con Facebook, coloro che ne beneficeranno saranno primi fra tutti gli utenti; ecco il comunicato ufficiale di MySpace, dai toni molto entusiasti, riguardo alla nuova “alleanza”: “Si tratta di una novità elettrizzante per milioni di musicisti iscritti a MySpace Music, che ora condividere il proprio archivio di contenuti, compresi interi cataloghi di album, ora a disposizione di tutte quelle persone che abbiano espresso una preferenza per le loro pagine Facebook”.
Insomma, ancora una volta il colosso Facebook ha dimostrato la propria supremazia nel social networking, “inglobando” ancora un altro social oltre a Twitter.
Sicuramente un ottima iniziativa per dare maggiore visibilità aagli artisti emergenti e indipendenti.
Tuttavia io credo che per aiutare davvero gli artisti dovrebbero remunerare gli stessi ogni qualvolta un brano viene ascoltato…
Insomma fare un pò ciò che ha fatto YouTube firmando un accordo con la Siae.
Un saluto 😉