Parlando di comunicazione a largo spettro ci si può imbattere tanto nel pubblicitario quando nel fotografo passando per i Ghostwriter. Ma chi è, o caso è, un Ghostwriter?
Wikipedia ci rende edotti dicendoci che un ghost writer è “Un Ghostwriter, letteralmente scrittore fantasma in italiano, è un autore professionista, pagato per scrivere libri, articoli, storie, pubblicazioni scientifiche o, in campo musicale, composizioni, che sono ufficialmente attribuiti ad un’altra persona.”
La retribuzione varia a seconda dei livelli e della complessità, si va dagli articoli di giornali, pagati poco o niente, a Ghostwriter che sono veri e propri romanzieri occulti, i quali hanno il compito di aiutare gli scrittori nella stesura di un romanzo o per aiutare “il grande scrittore” a superare la “sindrome del foglio bianco” che afflisse per anni anche un superdotato (intellettualmente) come Giacomo Leopardi. Ebbene sì, non c’è nessuna garanzia che le parole del romanzo che state leggendo siano proprio dell’autore che leggete in copertina, la cosa potrebbe assumere connotati gravi qualora qualcuno di voi arrivasse a pensare che i libri di Francesco Totti, Vale Rossi e Antonio Cassano siano effettivamente scritti dagli stessi. Ma il discorso non cambia anche nel caso di romanzieri affermati. Gira da più di un secolo la voce che a scrivere “I tre moschettieri” non sia stato Dumas padre ma un “negro”, termine con il quale si identificava l’autore occulto.
Portando il discorso ai giorni nostri siamo proprio convinti che tutti i libri di Stephen King, specialmente gli ultimi, siano scritti dal genio che ha partorito Carrie e It?
In alcuni casi, la cosa è stata risolta con partnership con altri scrittori; è questo il caso di Tom Clancy e le sue “collaborazioni” con Steve Pieczenik (l’uomo mandato da Kissinger in Italia come esperto di negoziazione nel Caso-Moro), con Martin H. Greenberg, con Jeff Rovin, come Steve Perry, con David Michaels, con Larry Segriff, con Jerome Preisler; è questo il caso di Clive Cussler e delle sue “collaborazioni” con Paul Kemprecos, con il suo direttore, vero, alla Numa Craig Dirgo, con il figlio Dirk (già proprio come Dirk Pitt) e con Jack du Brul (il mio preferito).
In questi casi, nei casi Clancy e Cussler intendo non si tratta di ghostwriter, ma di scrittori di seconda fascia cui la collaborazione ha dato una maggiore visibilità.
In America ci sono delle associazioni di categoria per i Ghostwriter, ma in Italia assolutamente no.
Trattandosi di un lavoro creativo ci sta che c’è chi guadagna tanto e chi niente, i lavori artistici sono così, solo che, a differenza degli altri lavori artistici, in questo caso non c’è neppure la soddisfazione di dire: “Questo l’ho fatto io!”.
I nuovi “negri” sono i blogger che a pagamento offrono le loro conoscenze, non di rado molto specialistiche, per articoli e post per blog e portali settoriali o meno.
Con una certa forzatura, ma non poi tanto, possono essere assimilati ai Ghostwriter anche gli Speechwriter dei politici. Ed allora ecco che apprendiamo che lo spreechwriter di Obama, Jon Favreau, guadagna 172,ooo dollari l’anno.
Parole presidenziali
Il post poteva essere interessante, ma cosa c’entra il titolo? Non ci sono informazioni sui guadagni dei ghostwriter e nemmeno fonti a cui rifarsi. Ci consola che c’è chi tanto e chi poco.
Concordo con quanto dice pepé.
Il titolo è ingannevole.