Facebook e la Coppa America di Vela s’incontrano. Certo il social di Mark Zuckerberg era già presente anche lo scorso inverno, nel momento in cui la Coppa America, in possesso degli svizzeri di Alinghi, riprese la strada per la nazione a stelle e strisce. Dopo il breve interregno kiwi dei neozelandesi e dopo l’innaturale dominio svizzero, una nazione che non ha sbocchi sul mare. Per la verità di svizzero su Alinghi c’erano solo i soldi in quanto cervello e capacità di leggere il vento erano sempre neozelandesi, come neozelandese era lo skipper di Oracle, l’uomo più vincente di sempre in Coppa America: Russell Coutts (foto con Vincenzo Onorato). �
Le regole della Coppa America sono state scritte per favorire i defender, che stabiliscono data e struttura dei natanti. Russell Coutts ha stabilito le regole e ha parlato di “Generazione Facebook” dicendo che lascerà a casa gli over 45, il discorso non varrà per lui che avrà 51 anni nel 2013, data della 34esima Coppa America.
Alinghi non parteciperà, mentre ci sarà Vincenzo Onorato con Mascalzone Latino o qualcosa di simile.
Coutts a proposito della nuova classe AC ha detto: “Vogliamo una Coppa per la generazione di Facebook e non per quella dei Flinstones” e ha rincarato la dose aggiungendo che occorrerà “grande impegno fisico, atletico e adrenalinico richiesto all’equipaggio”.
Di sicuro non sembra esserci, a pelle, molta affinità tra il solitario ed elitario mondo della vela con l’universo social, orizzontale e liquido di Facebook. Anche Ernesto Bertarelli disse di voler rendere la Coppa America simile alla Formula Uno, e il risultato è stato un sfida a due con catamarani che nulla o poco hanno a che fare con lo spirito originario della Coppa America, lo spirito dei Flintstones che Russell Coutts vuole cancellare. La Coppa America ha chiamato Facebook, magari anche economicamente. Ma Facebook ha risposto?
interessante..
Articolo di notevole importanza, ben fatto, è utilissimo leggerlo, grazie