Alla fine è stato venduto, o meglio svenduto, per il famoso e biblico piatto di lenticchie.
Ma di chi stiamo parlando? Del primo social veramente pervasivo e globale; e no, non sto parlando del social blu di Mark Zuckerberg. Mi riferisco a MySpace, il primo vero colosso dei social, caduto in disgrazia con l’avvento di Facebook.
Ebbene, MySpace, fondato nel 2003 da Chris De Wolf e Tom Anderson soppiantò in un amen Friendster e fu acquistato, nel 2005 dalla News Corp del magnate Rupert Murdoch per 580 milioni di dollari pagati nel 2005.
L’alleanza News Corp-MySpace fu salutata con un certo timore, sembrava la fine del mondo, che i nostri momenti di svago sarebbe stati monopolizzati dallo squalo Murdoch.
Così non è stato, evidentemente se, come abbiamo visto, dopo, 6 anni, il social è stato s-venduto per disperazione per un sedicesimo circa di quell’investimento, atteso che i rumors dei sempre ben informati riferiscono che il social sia stato acquistato da Specific Media per circa 35 milioni di dollari.
Per la verità l’anno scorso ad Aol andò ancora peggio con l’affaire Bebo, il social dei coniugi Birch che la Company comprò per 850 Milioni di dollari per poi rivenderlo a, forse, 10 milioni.
Dal momento che sembra profilarsi una nuova bolla tecnologica, le avvisaglie della tempesta si possono scorgere nell’acquisizione monstre di Skype e nella collocazione, ugualmente monstre, di LinkedIn.
Questi declassamenti, a voler usare il linguaggio del rating, dei social dovrebbero far riflettere non poco chi scommette troppo, e ad occhi chiusi, sulla forza dei social.
Ricordatevi quindi, cari capital venturist, di MySpace e Bebo.