La Svezia che in queste ore si sta dotando di un governo di destra, con una spruzzatina di parlamentari xenofobi, questa estate ha cominciato a raccogliere i frutti di una politica cominciata qualche anno fa, una politica volta a presentare e stilare dei viaggi, degli itinerari ed un turismo ad hoc per gli lgbt.
Chi sono gli lgbt? Quelli che nessuno vuole, meno che meno, stante agli episodi di Ostia e del Colosseo, gli italiani.
Lgtb sta per lesbiche, gay, bisessuali e transgender.
In qualche post precedente abbiamo messo in evidenza come la clientela gay stia diventando, a maggior ragione in tempi di crisi, un consumatore particolarmente ambito in virtù di un’altra sigla: DINK, ossia Double Income No Kids (doppio reddito e niente figli). Da un lustro circa l’amministrazione cittadina di Stoccolma e il governo centrale si sono attivati per cercare di attrarre queste persone che in altre realtà sono trattate alla stregua di paria, di intoccabili.
Hanno messo su un network di servizi corredato da tante iniziative, l’ultima delle quali promossa dalla Sas, la compagnia aerea che ha lanciato un concorso “Loves in the air” che regala alla coppia vincitrice (anche gay) un matrimonio sulla tratta Stoccolma-New York con annessa luna di miele.
Ma l’Italia come è messa? Alessio Virgili di Quiiky, il principale tour operator italiano gay, afferma che in Italia “non riusciamo a creare un circuito nel quale i visitatori omosessuali si sentano rappresentati” il quale dice che le aggressioni di sicuro non fanno bella pubblicità “ ma credo che il problema principale sia il crescente appeal di paesi come quelli del Nord Europa, la Spagna e Israele, dove la promozione di mete gay è molto ben strutturata”.
La Regione Toscana va un po’ in controtendenza con l’apertura sul portale turistico di una sezione dedicata al turismo gay. Le cose peggiorano un po’ a livello nazionale in quanto l’Enit non eroga finanziamenti né promuove iniziative in tal senso, nonostante sia membro del Igtla (International Gay&Lesbian Travel Association).