Attenti, sensibili, consumatori, amanti delle novità, i bambini sono i nuovi decision maker sui quali i pubblicitari puntano molto.
A rivelarlo è Fabrizio Caprara, A.D di Saatchi&Saatchi; Kevin Roberts, CEO Worldwide di Saatchi & Saatchi, una volta disse: “il consumatore non è stupido, è tua moglie!”.
A sentire i guru di Saatchi&Saatchi sembrerebbe che, tra moglie e figlio, l’uomo, l’ex padre-padrone, debba solo lavorare e portare i soldi, soldi che saranno spesi da altri. Una ricerca Saatchi&Saatchi ha evidenziato come, nel mondo, il 65% dei genitori compra l’auto in base ai gusti del figlio, e nel 62% per quanto riguarda i cellulari.
A 8 anni i bimbi sono considerati già dei big spender, dei testimonial ideali, brand child capaci di fare la fortuna di una marca. O di esserne la rovina. Nessuna e mamma e nessun genitore è in grado di resistere al Neg Factor, il fattore assillo, ed allora via con: il sapone a forma di batman, marsupi leopardati (per le future dominant), asciugacapelli a forma di orsacchiotto o coniglietto, e via così con altri centinaia di gadget.
Se c’è una contrazione nei consumi essa sembra non interessare molto il baby business, c’è poi un fattore emotivo e psicologico da tener presente: non si vuole far patire nessuna diversità ai figli, ed omologazione significa comprare prodotti e gadget.
Un’altra ricerca ha evidenziato come i genitori per i figli tendano verso il prodotto più caro ritenendolo, a torto o a ragione, migliore.
Gli esperti del marketing questo lo hanno capito da tempo, come hanno capito da tempo che i bimbi rappresentano 3 mercati in uno: acquistano grazie ai soldi delle paghette dei nonni, influenzano consciamente o inconsciamente gli acquisti dei genitori, sono i clienti di domani, i potenziali entranti.
Il risvolto della medaglia è rappresentato dal carattere dei bambini, che sono capricciosi, che si annoiano facilmente e così via.
La vera sfida è quindi tenerli sulla marca, cosa peraltro non scontata, non nell’era dei social e dei forum. Il bombardamento è continuo proprio, questa estate Giochi Preziosi ha promosso degli eventi e delle iniziative sulle spiagge con protagonisti i Gormiti.
Il Mulino Bianco ha promosso dei corsi di educazione alimentare.
Le tecniche sono “molto aggressive” perché la concorrenza è forte, e aggiudicarsi il favore di questi baby prosumers è di vitale importanza, ma la tendenza in sé è vecchia, molto vecchia, nata nei ’70 ed esplosa nei ruggenti ’80. Un esempio? Chi scrive nel 1983, in prima elementare, aveva uno zainetto di Mazinga Z, da non confondere con il Grande Mazinga, un errore questo che i prosumers non vi perdoneranno.