La recente morta di Steve Jobs ha fatto subire un picco non solo ai prodotti Apple ma altresì ai documentari ed ai libri che parlano, il più delle volte in termini talmente entusiastici da essere quasi surreali, dell’uomo di Cupertino, di una incarnazione, forse l’ultima e più completa, del sogno americano.
Di tanto in tanto, noi di puntoblog, su questi bit, segnaliamo quei libri di management aziendale che sono liberamente ispirati:
- alle strategie dei grandi condottieri del passato (Sun Tzu, Napoleone, Alessandro Magno, von Clausewitz, magari ci sarà uno anche su Giulio Cesare;
- alle parole dei grandi “parolieri” (Shakespeare, Esopo, Dante);
- ai gesti dei grandi uomini (Gesù, Gandhi, Buddha)
La gestione ed il management aziendale è sempre e costantemente teso alla ricerca dell’organizzazione perfetta, la miscela capace di darti un quid in più, l’alchimia che rende il tutto, in un concetto molto zen, maggiore della somma delle parti.
Una ricerca, inutile dirlo, frustrata, gli uomini e le donne sono fatti di carne ed emozioni, sono ben lungi dall’essere atomi o elettroni che possono essere opportunamente “piegati” a fare alcune operazioni. Si può però, nondimeno, cercare di copiare quello che fanno gli altri, quelli che hanno più esperienza.
E chi ha più esperienza in fatto di organizzazione? Santa Romana Chiesa Cattolica ed Apostolica. Già, nessuno può vantare duemila anni di attività.
E dire organizzazione del lavoro all’interno della Chiesa significa pensare ai benedettini. All’Ora et Labora che abbiamo imparato alle elementari.
Massimo Folador ha preso ad esempio proprio i monasteri e la regola benedettina per scrivere il suo libro L’ organizzazione perfetta. La regola di San Benedetto. Una saggezza antica al servizio dell’impresa moderna.
A questo libro è seguito poi Il lavoro e la Regola. La spiritualità benedettina alle radici dell’organizzazione perfetta, entrambi i libri sono editi da Guerini e Associati
I monasteri benedettini sono da 1500 anni un esempio illuminante di che cosa significhi vivere e lavorare in un contesto dove tutti abbiano chiari finalità e obiettivi, ruoli e mansioni e sappiano fare della comunità il proprio punto di forza.
Un’organizzazione perfetta che ha attraversato i secoli e che molte cose può dire al mondo manageriale, grazie alla corretta gestione di valori condivisi, a una leadership diffusa e alla capacità di far lavorare insieme persone motivate e consapevoli delle proprie responsabilità.
La Regola di San Benedetto è stata per secoli il faro di questi monasteri e ha saputo irradiare buon senso unito a un’estrema concretezza.
Oggi rappresenta un richiamo forte alle radici comuni del vivere organizzato, alle sue regole di appartenenza può contribuire a ridare slancio alla vita aziendale e al governo delle imprese.
Niente da dire, ma forse trattasi, dal momento che i modelli che vanno per la maggiore sono quelli di Google, di Facebook e di, soprattutto, Apple, di un modo di organizzare le cose superato.
Forse la regola di San Benedetto andava bene anni fa, quando il mondo non conosceva ancora la parola Web 2.0.
Tu che ne pensi?