Ai politici italiani piace il social network più del blog

Il mondo della politica e della tecnologia anziché incontrarsi spesso si scontrano. E il mondo della politica e dei social network? A due anni e passa dalla vittoria di un presidente, Obama, che ha vinto come vinse un altro, Kennedy, cioè sfruttando meglio dell’avversario il media emergente, la tivù per JFK e Internet per il Faraone Nero, come sono i messi i politici del belpaese con Internet e con i sempre più invasivi, a volte invadenti, Social Network?
Stefano Epifani, docente di comunicazione d’impresa a La Sapienza, ha monitorato, dal 2008, il rapporto di tutti i parlamentari, dei sindaci dei comuni capoluogo di provincia e degli amministratori under 30 di tutti i comuni con più di 20mila abitanti con il mondo del web.
I risultati non sono stati ancora pubblicati interamente, ma qualche dato lo hanno già reso noto. Partiamo dall’alto, dalle persone che decidono per noi perché sono migliori di noi: I parlamentari: lo studio effettuato evidenzia che il 35% ha un profilo su un social network, il 13% ha un blog, che resta, il blog intendo, lo strumento un po’ più impegnativo da gestire perché va aggiornato con una certa continuità mentre sul social a volte basta “esserci”. I sindaci: si sfiora il 44% di presenza sui social, mentre s’abbassa ancora di più la percentuale (10%) di chi ha un blog. Forse la percentuale più bassa è dovuta al fatto che i parlamentari hanno dei collaboratori a gestire un blog. Forse però, ed è una mia ipotesi.
Amministratori Under 30: la presenza s’impenna al 67,7% con punte del 98% di una qualche presenza in rete, non cresce però proporzionalmente il numero di amministratori che ha un blog, il numero è fermo all’11,1%. Rimane però un buon 40% di parlamentari che non ha nessuna forma di presenza in rete, e non tanto per menefreghismo o per una questione anagrafica, che pure conta, ma perché i politici con la gente non vogliono parlare.
Anche il 31% abbondante dei giovani amministratori non “esiste” in Rete. Ma, andando a vedere un po’ meglio, se il 40% non esiste un’altra percentuale molto simile al 40% è come se, di fatto, ugualmente non esistesse. Perché? Perché ha un sito vetrina, un sito non aggiornato, o perché l’ha aperto in campagna elettorale per poi lasciato lì. La chiusura verso la gente di cui sopra è testimoniata dal fatto che anche i parlamentari che hanno un sito o un blog non accetta nessun dialogo o commento da parte degli utenti.
Ma come sono le percentuali di presenze analizzate per schieramento politico?
Il centrosinistra batte il centrodestra, 68% versus 55%. I più attivi? Antonio Di Pietro (forse il primo a dotarsi di un blog), Nichi Vendola, Renato Brunetta, Luca Barbareschi, Gianfranco Miccichè, Piero Fassino, Paolo Gentiloni ed, of course, Ivan Scalfarotto, il blogger che sfidò Veltroni alle primarie Pd, e Giuseppe Civati.

Il sindaco del mio paese, un paese di 5000 abitanti, escluso dalle statistiche di Epifani, come se la cava? Ha un blog, un wordpress, aggiornato quasi quotidiamente, anche se con molti articoli ripresi dai quotidiani. E’ ovviamente presente su Facebook. Non c’è nessun amministratore Under 30 (per la serie non è un paese per giovani) e nessun altro ha un sito o blog.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.