Buone notizie per i ricercatori della rete: più soldi per tutti

innocentiveBuone nuove per ricercatori e scienziati di tutto il mondo. Più soldi per tutti? No, e forse non sarebbe neanche giusto. Non per tutti almeno. Ma la rete delle reti, internet, può, ancora una volta, venire incontro alle esigenze delle persone e, nella fattispecie dei ricercatori, ridare nuova linfa ed entusiasmo agli stessi.
La visione romantica dello scienziato solitario e barbuto dell’ottocento, svampito e con la testa fra le nuvole, con problemi d’igiene e nei rapporti interpersonali, è stata sostituita, nell’ultimo scorcio di millennio dalla figura dello scienziato manager, che chiede fondi governativi e gestisce un gruppo di scienziati.
Emblematica in tal senso è la figura di Craig Venter, biologo e capitano d’impresa. Il suo progetto, Celera Genomics, è un grande esempio di impresa scientifica collettiva.

Ma quanti geni ha realmente isolato Craig Venter?

Sarà però Craig Venter e non un John Doe alle sue dipendenze a prendere le royalties milionarie e, cosa più importante per uno scienziato, il pubblico riconoscimento. E magari anche un Nobel.
Internet, che è anche un luogo estremamente democratico, ha fornito alle menti che hanno qualcosa da dire e dare al mondo nuove ed inaspettate possibilità. Esiste un sito che si chiama InnoCentive. InnoCentive è una piattaforma dove si possono incontrare aziende che hanno bisogno di soluzioni e scienziati che hanno idee ma non trovano aziende disposte a commercializzarle perché magari si occupano d’altro. Non di rado infatti, e con una certa frequenza nelle discipline di base, la ricerca pura può portare a scoperte e proprietà che possono essere lontane dalle aspettative per la quali la ricerca stessa era stata posta in essere. InnoCentive è, per adesso, un sito per pochi eletti: presenta soprattutto problemi avanzati di chimica industriale e farmaceutica, anche se non mancano quesiti assai complessi in altri rami dello scibile umano.
La cosa può facilmente estendersi all’ingegneria, alle scienze legate all’informazione, alla meteorologia, alla geologia e così via. Ogni domanda formulata da una impresa reca con sé un rispettabilissimo cartellino del prezzo: minimo cinquemila, massimo centomila dollari per chi riesce a trovare una risposta. Sommette, come si vede, più che interessanti per un privato. E astronomiche per un precario che, non di rado, viene anche scippato delle idee dall’imperante Casta dei Baroni universitari.
Non esiste solo InnoCentive. InnoCentive, insieme a realtà come YourEncore, NineSìgma e Yet2com hanno aperto la strada a quello che viene chiamato open innovation.
L’informatica e l’ingegneria del software si prestano facilmente a soluzioni del genere.
Facebook è nato in un dormitorio e Youtube per una festa di compleanno, solo per citare alcuni case history importanti. Senza dimenticare l’industria dei giochi elettronici. Tutto ciò ha ridato nuova gioia a talenti che potevano bruciarsi, a menti frustrate da capi che neanche capivano quello che loro dicevano. Con in più il bonus aggiuntivo di Royalties mica da ridere.
Su queste piattaforme si sono incontrate Procter&Gamble e un fornaio bolognese per dare vita alla stampa delle patatine Pringles.
Procter&Gamble è stata la prima multinazionale ad aprirsi agli scienziati globali e ad aprirsi all’open innovation. Lo stesso fa con i brevetti che non intende commercializzare.
Questa politica di apertura ha impedito alla Procter&Gamble di chiudere. Di fallire.

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