Gli ebook e l’editoria di nicchia: il caso Ellora’s Cave

Puntoblog segue con molto interesse il sempre nascente mercato degli ebook.
In un precedente post abbiamo registrato le prime sorpresine quando la classifica di vendite di BookRepublic ha lanciato in testa Amelie Nothomb e Nicholas Nassim Taleb, autori di valore, la prima è una caustica romanziera belga mentre il secondo è un salace divulgatore finanziario, ma un po’ di nicchia.
E saranno proprio i prodotti editoriali di nicchia quelli che maggiormente potranno giovarsi della crescita del mercato degli ebook.
Gli editori classici avevano ed hanno il problema dei costi fissi da abbattere, costi fissi che nell’etereo mondo della rete sono sicuramente ben più abbordabili; in Italia tanto per fare un esempio sono fallite una dopo l’altra le case editrici che pubblicavano libri di fantascienza, ( proprio oggi ricorre l’anniversario di nascita di Mary Shelley, l’autrice del romanzo, pensato in una sola notte dice la leggenda, Frankestein o il moderno Prometeo; sempre la leggenda vuole che nella stessa notte prese forma il vampiro Lord Ruthven di John Polidori, liberamente ispirato alla stessa figura di Lord Byron del quale lo stesso John Polidori era medico personale.
Tutte queste persone, Mary Shelley, John Polidori ed altri erano ospiti nella villa di Lord Byron a Ginevra, villa Diodati, nel 1816, l’anno ricordato come quello “senza estate”).
Ritornando a noi potrebbero nascere e crescere degli editori per particolari lettori, tipo romanzi e racconti steampunk o cyberpunk, che nel mercato tradizionale, in Italia, non avrebbero chance.
Ma anche editori di storie di sport o di “corretta potatura di piante”.
Girando per la rete mi è capitato di imbattermi nella storia editoriale

di Tina Engler Keen, la fondatrice di Ellora’s Cave, oggi uno dei maggiori editori digitali di letteratura erotico-romantica.
La viva voce della fondatrice ci racconta che gli editori rifiutavano i suoi racconti perché “non avrebbero avuto mercato, che le donne volevano romanticismo ma non eros esplicito”, dopo tanti rifiuti fondò nel 2000, con 200 dollari, Ellora’s Cave.

Oggi Ellora’s Cave fattura circa 10 milioni di dollari ed ha una trentina di dipendenti.

Michelle Buonfiglio, l’autrice di un blog rosa per il sito di Lifetime tv afferma che “le donne desideravano libri romantici con scene di sesso spinto, ma si vergognavano di chiederli in libreria” in tal modo rincara la dose “ i libri digitali sono la versione femminile della scopata clandestina.
Nessuno si accorge se il contenuto dell’iPhone che sta leggendo in treno la signora in tailleur è un manuale di organizzazione aziendale o il racconto della passione tra la bella Jade e l’uomo che l’ha comprata all’asta con l’intenzione di goderne per tre notti.
E non c’è niente di male se non si riescono a staccare gli occhi dall’iPhone durante una riunione: nessun collega capirà che non sono mail quelle che stiamo controllando ma le ultime righe di una di quelle scene di sesso a tre che ti lascia soddisfatta e distrutta solo a pensarci”.

Ovvio che, per ogni Ellora’s Cave ci sono centinaia di iniziative di nicchia, magari anche buone, fallite; resta il fatto che gli appassionati di un qualsivoglia argomento potranno avere a disposizione, per dialogare, informarsi o semplicemente “cazzeggiare”, non solo i forum ma anche delle iniziative editoriali ad hoc.
Prima ho parlato di steampunk e cyberpunk, ma anche gli appassionati di fantascienza ed horror in Italia, e sono tanti, potrebbero trovare una fonte virtuale alla quale abbeverarsi.

2 commenti su “Gli ebook e l’editoria di nicchia: il caso Ellora’s Cave”

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